ENRICO
FRAVIGA
"L'Hydra a tre teste di McDonald's"
FRANCE
BIANCHI
"Alcantara-Mar"
"Frutta"
"Tinsel town in the rain"
MATTEO GALIAZZO
"Corrispondenza privata"
MASSIMILIANO
ZAMBETTA
"Occasioni"
GIORGIO
AMITRANO
"Il mio ciuffo ribelle"
IO
"Forse c'è stato uno sbaglio"
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Cinque,
come le Spice Girls.
Con
la calma e la consueta aperiodicità, tina giunge
al quinto numero con un parco lettori vistosamente allargato e una
fama (almeno fra gli addetti ai lavori) sinceramente insperata.
Me ne accorgo dal numero di lettere e telefonate che ricevo e dalle
attenzioni che le altre riviste mi dedicano.
La redazione, commossa, ringrazia.
Il solo problema è che, mentre prima scrivevo di getto le introduzioni
e le note, adesso comincio a farmi scrupoli sul tono, sulla forma,
sui giudizi che esprimo. Insomma, comincio a sentirmi in dovere
di una maggiore serietà. E dal momento che questa rivistina è nata
invece sulla spinta dellentusiasmo e della passione personale,
il rischio di snaturarla è grande. (Sai comè,uno parte fotocopiando
una fanzine e si ritrova a dirigere una noia mortale come Nuovi
argomenti...). Fortunatamente per ora non ho il tempo sufficiente
per dedicarmi in modo più professionale a tina,
quindi il suo spirito improvvisato e un po straccione al momento
è salvo.
Questo numero presenta le new-entry di Fraviga e Zambetta, gli
inediti di Amitrano e Galiazzo e un paio di cose familiari (pregasi
notare la doppia accezione del termine). E per il prossimo, visto
che i contributi su Smiths e Morrissey ancora scarseggiano, pensavo
a uno special tutto al femminile. Le autrici quindi sono caldamente
invitate a farsi sentire.
All
my love
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