ALBERTO
FORNI
"Giocostazione"
TIZIANO
SCARPA
"Ambrogio"
GIUSEPPE
CASA
"Pino a Gennaio"
MATTEO
B. BIANCHI
"Finding my religion"
FABIO
LUBRANO
"La pianta delle fidanzate"
MARCO
MANCASSOLA
"Giovani scrittori in cerca di pace"
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Se cè una cosa che ho imparato a riconoscere
nel tempo è questa: che io attiro il lavoro degli altri come il
miele. Non che me ne dispiaccia, al contrario. E che le persone
che ho intorno evidentemente amano farmi leggere i loro racconti,
mostrare le loro fotografie, illustrarmi i loro disegni. Lo sanno
tutti che sono curioso. E così, quasi senza rendermene conto, nel
corso del tempo ho accumulato decine di lavori di amici e conoscenti,
ma anche di praticamente sconosciuti. Nelle scatolette di cartone
colorato dellIkea che uso come mio archivio ho pagine e pagine
di letteratura inedita, che a volte neanche i legittimi autori possiedono
più. Un caso su tutti, lintera produzione di Tommaso Labranca
pre-trash, unica testimonianza organica e completa di opere di cui
nemmeno lo stesso Tommaso conserva copia. E un peccato avere
tanto materiale interessante e tenerlo lì sepolto. Da qui lidea
di farne una fanzine.
Quella delle riviste autoprodotte è una passione che ho sempre avuto.
Ancora oggi ricordo il momento in cui redigevo con Tito Faraci la
fanzine di rock italiano "Anestesia Totale" come il momento
più esaltante della mia esperienza universitaria, con i Litfiba
che telefonavano a casa e organizzatori improvvisati che ci invitavano
ai festival dellunderground da Bari a Bolzano. Il bello dellautoproduzione
è proprio questo entusiasmo, questa mancanza di intermediari, questo
contatto diretto fra chi scrive, chi suona, chi organizza e chi
legge, in un movimento circolare ininterrotto che si avvicina al
cortocircuito, senza mai arrivarci veramente. Lautoproduzione
è energia in circolo.
Ma la vera scintilla che ha fatto scattare lidea di questa
rivistina è stata la lettura di FACTSHEET 5, una sorta di catalogo
delle fanzines americane, dettagliatissimo e molto professionale.
Leggere dellesistenza di riviste dedicate alleliofobia,
alle ragazze detective, alle cospirazioni aliene, alla passione
di ritrovare i portafogli smarriti e, soprattutto, le cosiddette
"personal zines", pubblicazioni dedicate a se stessi,
con estratti di lettere degli amici, pagine del proprio diario e
ragguagli sul proprio andamemento scolastico, mi hanno fatto capire
che la follia creativa della gente è veramente inarrestabile, e
che bisogna prenderne esempio al volo. tina
vuole essere così un modo semplice e diretto per far circolare racconti
e idee presso gli amici, ma anche un media alternativo per creare
nuovi contatti.
Naturalmente non ha una scadenza, né una forma definitiva. Questo
numero è esclusivamente di letteratura, ma i successivi potrebbero
contenere anche altro.
Limportante, a questo punto, era dare il via.
Via!
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