Onore
al merito, questo Fraviga è una scoperta di Alberto Forni, che
per un breve periodo è stato colto dalla febbre del talent-scouting
e ha setacciato riviste, fanzine e siti internettici alla ricerca
di giovani virgulti letterari. Fra le diverse cose che poi mi
ha passato da leggere, i racconti di Enrico Fraviga sono quelli
che mi sono piaciuti di più. Fraviga ha scritto un bel pezzo
di noia notturna sbollita in autostrada, che ricordava certe
cose del primo Tondelli, e un paio di storie generazionali,
fra cui questa che pubblico. Senza eccedere in gergalismi o
prodezze linguistiche, mi sembra che Fraviga sappia rendere
bene un certo spleen giovanile, fatto di indecisioni e scarsi
entusiasmi e condito da buone intuizioni narrative, come le
bellissime righe finali di questo racconto.
LHydra
a tre teste di McDonalds
Per cena potevamo scegliere: i due McDonalds di Cordusio,
quello di Corso Vittorio Emanuele, quello in Galleria e quello
in San Babila. In Galleria cuociono meglio le patatine
ha detto Massimo tagliando definitivamente la discussione. Il
film cominciava alle dieci e mezza e avevamo comperato i biglietti
quasi due ore prima perché il film era appena uscito e più tardi
ci sarebbe stato da fare a botte. Il venerdì è sempre
così avevo fatto notare a Massimo. Lavoravamo da soli
tre mesi e prima, al cinema, ci andavamo solo il mercoledì perché
costa meno. Esclusi i mercoledì di coppe, naturalmente.
Il difetto di Massimo è che nei ristoranti è sempre indeciso.
Questa volta si era piantato davanti alla cassa con lo sguardo
verso i magnifici hamburger luminosi. Big Mac o Mac Bacon? Alla
fine scegliamo la toy box perché in questo periodo regalano
i personaggi del film Hercules. Tutti e due troviamo uno strano
drago viola a tre teste, Si chiama Hydra dice Massimo
che ha fatto il classico e di roba greca ne sa più di me.
Dopo mangiato, per ingannare il tempo, decidiamo di farci un
giro alla Ricordi. Massimo è convinto di sapere tutto della
musica, così andare in un negozio di dischi insieme a lui può
rivelarsi una scelta pericolosa: ogni volta che prendi in mano
un cd attacca a raccontarti vita morte e miracoli. Se poi scegli
qualcosa di commerciale, parola che lui pronuncia
calcando sulla a, sogghigna scoprendo i denti superiori come
a dire che sei proprio un ignorante. Qualche volta è irritante,
per questo, io che lo conosco, cerco di stargli alla larga.
Per fortuna alla Ricordi cè un bel reparto libri, inoltre
da qui posso vederlo rovistare nel cesto dei cd super
scontati. è un vero spasso: quando trova qualcosa che
gli piace, lancia degli urletti saltellando su di un piede e
stringendo il pugno della mano sinistra. Il suo genere preferito
è il Prog, quello in cui le canzoni sono impossibili
da cantare e durano fino a quaranta minuti. Per fortuna a OneOOne
non le mandano mai. Altrimenti cambierei radio.
Le librerie mi piacciono, puoi trovarci anche i calendari dei
pittori. I miei preferiti sono Monet, Cezanne, Van Gogh e Modigliani,
anche se di Modigliani è raro trovare il calendario. Anche i
calendari sulle razze dei cani sono belli, soprattutto quelli
sui labrador, i cani della pubblicità della carta igienica.
I regali per questo Natale, calendari, cofanetti di poesie,
dischi e libri, li ho presi quasi tutti qui.
Cè anche un reparto di giochi di computer, che sono la
mia vera passione. Starei delle ore a rovistare, peccato che
le immagini dietro alla scatola, a volte, siano delle bidonate.
Certo che visti così sembrano tutti belli.
Lunedì è il compleanno del mio datore di lavoro, che poi sarebbe
anche un amico di mia madre. Forse un libro gli piacerebbe.
Magari lultimo di Bevilacqua. O qualcosa di Eco, che è
più impegnato. O il libro sulla Lega, ironico e pungente
come ha scritto il Corriere. Forse è meglio non buttarla sulla
politica, non si sa mai. Lui è uno che legge il Sole. Magari
potrei regalargli qualcosa di Baricco. Sicuramente lo conosce,
è sempre da Costanzo e il mio capo non se ne perde mai una puntata.
Anche a me piacerebbe guardarlo ma va in onda troppo tardi.
Sì, Seta potrebbe andare bene, è così corto che
se non gli piace almeno dura poco. O Calvino, ha scritto così
tanti libri che deve essere bravo per forza. O forse è meglio
restare sui classici. Ecco, ecco. Siddartha. Siddartha è perfetto.
Non lha letto di sicuro.
Alle dieci e un quarto usciamo dalla Ricordi con un Siddartha
e un introvabile cd prezzocarino del Banco del Mutuo Soccorso.
Purtroppo davanti al cinema si è già formata unorrenda
coda a imbuto. La gente urla, mostra il biglietto e avanza a
gomitate. Il tizio davanti a me ha un Barbour nuovo di zecca,
un modello che non ho mai visto. Ha le tasche più alte del mio
e di quello di Massimo. Mi guardo un po in giro. è vero,
così non ce lha nessuno. Quasi quasi gli chiedo dove lha
preso. Sicuramente in Inghilterra.
Troviamo dei bei posti in quarta fila, anche se io sono un po
impallato da una colonna e devo sporgermi di lato. Ma per
un film del genere è già una fortuna essere entrati dice
Massimo. Nellintervallo comperiamo coca cola e popcorn
ed è incredibile come Massimo sia rimasto indietro con i prezzi.
Secondo me è ancora convinto che da qualche parte si possa prendere
una margherita e una birra media con diecimila lire. Durante
il secondo tempo, in qualche fila dietro a noi, suona un cellulare.
Qualcuno protesta. Io e Massimo ci lanciamo un rapido sguardo
poi ci mettiamo a rovistare nelle giacche. Per fortuna il mio
era spento. Merda dice lui era acceso, per
fortuna non ha chiamato nessuno.
Dopo il cinema decidiamo di andarci a bere una birra. Prendiamo
la macchina perché in centro di pub non ce ne sono. Da quando
siamo stati in Irlanda, la scorsa estate, siamo diventati dei
veri appassionati e giriamo tutti quelli che aprono. Una volta
ho proposto a Massimo di scrivere un libro: Autentici
pub irlandesi a Milano. O qualcosa del genere. Non era
unidea stupida, basti il fatto che non si riesce mai a
trovare una Guinnes come quella di Dublino. Ognuno ce lha
un po diversa e Massimo dice che dipende dalla pressione
dellaria nella spina. Comunque, anche dove la Guinness
fa schifo cè sempre la Harp o la Kilkenny che sono sempre
buonissime. Il problema dei pub irlandesi è che sono affollatissimi,
specialmente il venerdì sera, e bisogna sempre stare in piedi
o al limite appoggiati al bancone. Ogni tanto si conosce gente.
Il mese scorso ho conosciuto una ragazza, veniva apposta da
Lodi per bersi una birra al Matricola, e poi Massimo
dice che il libro sui pub non avrebbe questo gran successo,
si chiamava Alice. Qualche sera, io e lei, siamo anche usciti
da soli. Un giorno ho provato a baciarla, ma ha detto che aveva
il ragazzo in America e proprio non poteva.