NUMERO 7
AGOSTO 98
 

Scrivi all'autore
Scrivi all'autore
 


Original version

   BOB LANGDON

Aggirarsi a caso per le riviste su Internet significa automaticamente perdersi un una miriade di materiale. Ogni sito porta a un altro, in una vertigine di rimandi e connessioni nelle quali è difficile, se non impossibile, capire quando fermarsi, cosa leggere, cosa memorizzare. Alla fine, occorre necessariamente trovarsi un criterio, per non soccombere.
L'unico che sono stato in grado di applicare io in questi primi mesi di navigazione è stato quello di affidarmi ai titoli: apro pagine su pagine di sommari, e quando trovo un titolo che mi ispira, mi fermo a leggere il testo.
E uno come questo non poteva certo lasciarmi indifferente! E' il racconto dell'adolescenza di un giovane scrittore americano, in cui le scoperte sessuali e quelle musicali vanno di pari passo. Il tutto scritto in un inglese così semplice e fluido che sono riuscito a tradurlo da solo.
 

 

Le mie avventure sessuali con John e Yoko

Mia madre dice che sono stato una "piacevole sorpresa", ma io mi sono sempre ritenuto un errore. C'è un considerevole sbalzo d'età fra me e le mie due sorelle. Io e Susan, la più grande, siamo nati a una decade di distanza e ci sono 8 anni di differenza fra me e mia sorella Christine. Entrambi i miei genitori provengono da rigide educazioni cattoliche, e l'idea di qualcosa di sintetico che interrompesse il miracolo del concepimento è sempre stato considerato un sacrilegio.
Poco dopo la morte di mio padre, mia madre è stata costretta a trovarsi un lavoro per mantenere la sua ciurma. Di conseguenza, io sono stato tirato su principalmente dalle mie sorelle e da varie zie. La mia infanzia è un'immagine sfuocata, per la maggior parte composta da racconti familiari, più che ricordi. Le mie storie preferite non sono quelle che riguardano me, quanto piuttosto lo scatenato periodo da teenager delle mie sorelle negli anni 60 e 70. La mia adolescenza impallidisce al confronto.
Ho cercato di trovare un episodio o un oggetto che potesse connettere la loro giovinezza con la mia, in modo che anche questa sembrasse più interessante. La cosa più vicina che sono riuscito a trovare è un pezzo di vinile rigato: il Wedding Album di John Lennon e Yoko Ono. Ha toccato tutte le nostre vite, ma ha rappresentato significati differenti per ciascuno di noi. Per le mie sorelle era un'espressione di ribellione e indipendenza. Per me è stato la consapevolezza sessuale.

**************

Il primo contatto della mia famiglia con il Wedding Album, secondo la leggenda, avvenne nel 1969 quando l'album fu pubblicato per la prima volta. Susan, col preciso intento di essere la prima ragazza alla Woodrow Wilson Junior High a possederne una copia, era andata con l'autobus a Passaic a comprarlo.
Le mie sorelle, conoscendo fin troppo bene quanto fosse rigida mia madre, ascoltavano l'album solo quando sapevano che lei non era in casa. Ogni singolo giorno nei primi anni '70 potevate entrare in casa mia e trovare le mie sorelle nella loro cameretta psichedelica che si stiravano i capelli a vicenda e aspiravano generose boccate da un grosso spinello, mentre io, sotto la loro custodia, creavo un mondo perfetto con il Lego in salotto. Il Wedding Album suonava come sottofondo.
E' stato proprio in un giorno così che mia madre è tornata a casa inaspettatamente. Io fui il primo a sentire la sua Duster che entrava nel vialetto. Andai nella camera delle mie sorelle e venni investito dall'odore pungente della marijuana mischiata all'incenso speziato.
"Vattene fuori, mostro!", ringhiò Christine mentre passava uno spinello delle dimensioni del mio pollice ancora in via di sviluppo a Susan. "Nessuno ti ha insegnato che bisogna bussare?".
"La mamma è tornata" dissi, con un ghigno innocente. Entrambe le mie sorelle mi guardarono con gli occhi sbarrati. Gli ci volle un momento per comprendere la loro disgraziata situazione.
"Oh, MERDA!" urlarono simultaneamente. Cominciarono a saltellare per la stanza come conigli avvelenati, accendendo cerini e spegnendo le fiamme sul nascere. Corsi in salotto ad accogliere mia madre.
"Cosa sta succedendo qui?" urlò lei, ignorandomi mentre strattonavo il suo camice da parrucchiera. Le mie sorelle erano pronte a sfrecciare via dalla camera al primo cenno di punizione.
"Vi lascio sole con vostro fratello e questa è la spazzatura che gli fate sentire?" le rimproverò, sottolineando la mia presenza accarezzandomi la faccia e tirandomi protettivamente verso il suo vestito attillato in poliestere. Con tutto il casino che avevano fatto per coprire l'odore dell'erba, le mie sorelle si erano scordate del Wedding album che girava sul loro giradischi coperto di adesivi del simbolo della pace e di margherite.
"Cos'è questa schifezza?" chiese alle mie sorelle ammutolite.
"Sono John e Yoko" rispose Susan con un'aria da scampato pericolo, comprendendo che non era della droga che doveva giustificarsi.
"E' di Mary Ellen, vero?" domandò mia madre, rifiutandosi di credere che le sue stesse ragazze potessero ascoltare simile pornografia.
"No, l'ho comprato io da Grants".
"Beh, spero tu abbia tenuto lo scontrino, perché lo riporterai indietro! Non voglio più sentire una porcheria del genere in casa mia!". Mia madre aveva parlato. Un nuovo comandamento era stato scolpito sulla pietra.

**********

Quella è stata l'ultima volta che ho ascoltato il Wedding album finché, anni dopo, non l'ho scoperto nascosto dietro un armadio di Susan. A quel tempo ero un curioso dodicenne e le domande sul sesso infestavano la mia mente. Il Wedding album mi fornì una colonna sonora. Non ero molto sicuro del suo significato, ma ero certo che fosse tabù. Per me, rappresentava il sesso nella sua forma più pura. E' stato solo molto dopo che ho scoperto che John e Yoko l'avevano registrato in nome della pace. Come avevano fatto in precedenza le mie sorelle, ascoltavo l'album quando mia madre non era nei paraggi.

Pensavo che le urla di Yoko fossero dovute a qualche tipo di dolore fisico inflittole da John. Crescendo, quel dolore si trasformò in urla di passione. Il battito cardiaco del bambino in sottofondo divenne il rumore di testate del letto sbattute contro il muro. Mi immaginavo Yoko in ginocchio davanti a John. Yoko sopra John. John sopra Yoko. Per un adolescente in preda agli ormoni, le possibilità erano infinite.

C'era un graffio nel disco, nel mezzo dei gemiti di Yoko. Suonava abbastanza come un animaletto catturato in una trappola. Certe volte lasciavo il braccio del giradischi incantato su questo solco e ascoltavo quel suo gemito distorto e ripetuto mentre fissavo la sua espressione apatica sulla copertina dell'album. Mi sembrava qualcosa di innaturale. Mi torturavo ascoltandolo finché non ce la facevo più e dovevo liberare la puntina del lettore e lasciare che la registrazione riprendesse il suo corso naturale.

Alla fine la mia infatuazione per il Wedding album terminò, soprattutto grazie alla pornografia e a una più matura comprensione del sesso.
L'ultima volta che ci ho ripensato è stata la notte del ballo studentesco del mio liceo. Avevo già deciso che quella sarebbe stata la notte in cui avrei messo fine a tutte le incertezze riguardo al sesso.

Ero nel parcheggio sulla strada per la Garret Mountain con Wendy, la mia ragazza di allora. Avevamo entrambi un bel po' di alcool illegale che ci scorreva nelle vene. La nostra intimità finalmente stava aumentando. E' stata Wendy a proporre che la scopassi e io eseguii il comando. Ma a un certo punto, ascoltando i suoi sospiri e il mio nome ripetuto, mi ricordai di Yoko. La sua faccia disinteressata mi oscurò la vista. I suoi gemiti ripetuti sabotarono la mia mente. Mi sentii innaturale. Mi tirai fuori.

Traduzione di Matteo B. Bianchi

 

 
Dicembre 2006

 

è online

Intro

FRANCESCA RAMOS
Domenica

FEDERICO MIOZZI
TEMA : “Racconta la tua settimana bianca”

MICHELE ROSSINI
Dentro una batana bianc’azzurra

GIORGIO FONTANA
In tempo di pace

ALESSIO ARENA
Il Santo


NOTE BIOGRAFICHE

 

SPECIALE
Visitatore