NUMERO 9
AGOSTO 99
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DIEGO
CAPELLO
Ha
delle idee questo Diego Capello, un autore arrivato a me via Internet.
Inventivo nelluso della lingua, personale nella scelta dei
soggetti, Diego mi ha proposto una serie di racconti interessanti
e uno strampalato e divertente manifesto per una nuova forma architettonica
(la Flash Architecture) che finirà ad honoris causa sicuramente
in un prossimo Stranezze di tina. Il racconto
che pubblico qui è quello che mi è parso il suo più riuscito. Intanto
per la capacità di parlare di handicap con toni per niente pietistici,
poi per alcune meravigliose invenzioni di scrittura, come la definizione
di micetti per i disabili e la geniale traduzione dei
nomi dei musicisti rock (non è meraviglioso Tom che Aspetta?).
Tanto di Capello.
Acque
profonde
Questa
sera mi telefona Felice. Felice è il mio amico che lavora con i
pazzi... ops, pardon!... No, non pazzi: disabili, turbati, spostati
dal senso comune del vivere... brava gente in ogni caso.
Mi telefona e mi dice: senti bimbino, questa sera ti propongo
unuscita con i miei ometti... si va in qualche bel localino!
Non ti preoccupare per la ciorba, né sifoni né niente, portati qualcosa
per degli extra, se vuoi... ma questa sera ci si scroscia il tubo
per mezzo fondo assistenziale, in veste di educatori, accompagnatori.
Non ti preoccupare bimbino, non ti preoccupare... ci si scassa una
bella seratina.
Va bene... Non mi preoccupo!
Felice è veramente un fratellino bravino bravino. Sempre che tira
fuori ideuzze da capogiro... in giro con quei suoi paraplegici ne
conosce di ragazze... su e giù per le piste da ballo a intenerire
biondine e brunine, ma quando può preferisce andare oltre il semplice
intenerimento. Ne carica su di polpa rossa: Con tutto quel suo martellare
da signore cerimonioso, se la pappa su per benino la mamma notte!
No, non mi preoccupo... anzi...
Prima di mettere giù il parlatore mi sguizza unideuzza anche
a me: casomai, ti capitasse, prima di uscire... raccogli qualche
curativo di quelli per i tuoi amichetti... qualche cosa da scrosciare
nel tubo assieme al rossino e al biondino... qualcosina di quelle
che fa allegri i tuoi ometti!
Felice capisce al volo, lui è uno che ci pensa a queste cose...
è uno che lo ama il suo lavoro, mi dice: stai tranquillino
amico mio... tutto a posto! il tuo Felice passerà a prendere il
bimbino con il suo rotellante appena dopo il tramonto!
Sicché è estate di tempo ne ho: il tramonto si fa aspettare. Giocherello
a specchio e camicie, capelli e acquetta, dentini e sfrigolio...
Mi accarezzo la piega dei pantaloni, la guardo e mi lascio convincere...
caffettino a camelina e poi vado alla finestra e guardo il leone
darancione che si bagna e si immerge oltre i tetti dei gatti.
Per completare il bel gioco metto sul tonante i Ciarlatani e la
pioggia di Manchester, questa sera mi va appunto di essere giovinetto
dalla carrozzeria pulita e pepata... trin, trin... i Ciarlatani
suonano, sono amiconi miei i Ciarlatani, come tutti gli altri: i
Giovani Sonici e i Mali Semi, La Cura e il buon vecchio Tom che
Aspetta. Gli amiconi miei sono le fughe sconfinate nelle pareti
della mia stanza, nel cielo oltre i tetti che inquadro nella mia
finestra, le fughe nei tuoi occhi dolcezza baby... biondina, brunina...
quanto ti amo!
Sempre e sempre!
Si trappetta il sole... da se... e ramingo, scivola, riflette il
suo occhio pagano nel braciere della mia fumante torba.
Mi lascio così a lisciarmi la lingua dello spirito in tali giochetti
con gli amiconi miei e il tempo mi passa veloce e gradito... ed
è in brevissimo davvero che sento dlindonnare il serafino sulla
mia porta... è il Felice: gioco specchio camicia ancora una volta
ed è tutto apposto: è quella giusta, posso andare. Srotolo la discesa
e abbandono la magione... il Felice è li che mi aspetta, mi saluta
dal posto al timone del piccolo bus trasportane giallo, accanto
a lui siedono due, altri sono dietro. Io monto dal posteriore e
mi introduco così fra quelli, gli ometti di Felice, che sono amiconi
suoi e anche assistenziati... perché: come egli mi aveva spiegato
già da lunghi trascorsi, quelli erano anchessi bimbini intimi
come noi, anchessi erano amiconi, del circolo cerchio... io
a questa cosa ci ho sempre pensato con piacere, le ho sempre lisciate
con gusto queste sue ideuzze... non so bene perché... però ora che
sono salito sono contento, mi sento subito accolto e molto bimbino
a posto. Ci vuole poco a me per mettermi nellagio, la lingua
in movimento...
Nel trasportante ci sono anche due biondine brunine, che fanno lo
stesso lavoro di Felice... sono proprio queste che mi danno il primo
benvenuto sul trasportante, e mi introducono alle loro stesse presenze
e a tutti gli ometti... i micetti e le micette, tutti quelli che
vengono chiamati disabili con le loro rotelle e i loro giochetti.
Cè come un urlo, a un tratto, una fobia generale, mentre siamo
intenti alle presentazioni, perché sembra che ognuno voglia dire
qualcosa - a parte quelli che sembrano molto stupiti e mi fissano
molto zitti - ma gli agitati sono i più, così non ricordo, non focalizzo
nessuno dei nomi loro... ma non importa, succede sempre così allintroduzione
del sottoscritto in qualche circolo: dapprima non ricordo mai niente...
almeno, però, questo circolo cerchio mi sta simpatico, davvero mi
sta allegro questo cerchietto... dove nessuno si sta troppo a preoccupare,
dove chi mi vuole guardare mi sta a guardare e chi sta a pensare
alle ideuzze sue lo fa, senza curarsi troppo di me... mi pare di
stare con bimbini con cui si è assieme in viaggio di lungo corso,
non cè bisogno di bocchini reciproci fatti con la riverenza...
nessuno mi spia e mi aspetta fare mosse false.
Ciao, ciao bimbino Soana! sento nello strano fragore,
perché così mi chiamo e così mi saluta il felindo Felice: saluta
dai, anche il tuo zietto Felice!
Così è, che a dire il vero ero già rimasto agganciato da qualcuno,
e seguivo i vari lazzi che mi accoglievano che per poco non dimentico
il mio Felice.
Abbraccio lamico mio e rimedio subito: saluti allo zietto
eccellenza... quanto mi rende allegro vederti... e dove ci trasferisci
quindi questa mamma notte?
Inizia ad assaggiarne un po' da questo sifone e fatti ancora
più allegro che si parte!
Ride e passatomi il rossino biondino egli da tundra nel motore e
- chu-ka chu-ka - rotelliamo subito via. Appena partiti qualcuno
inizia a cantare e le socie di Felice dirigono tutto quanto il coro,
alla vostra allegra salute! Mai vidi più ospitale e gradevole
congrega... che buon pro vi faccia cari miei! fo ai micetti
e poi lascio scorrere dal sifone al tubo e passo al mio vicino,
che si fa aiutare da me per attingere dal sifone con una lunga cannuccia
che tira fuori dal suo gilet.
I cordami si sciolgono con piacere a stare con questi... grazie
anche allo scrosciare abbondante che ti permette di fare un po'
più il coraggioso e ti dispone alle lezzose meraviglie di mamma
notte.
Laltro mio vicino attacca un discorso sui dischi: vuole sapere
se ne porto con me!... per essere sicuro di non venire frainteso
formula la domanda più volte, così giochiamo assieme e sembriamo
noi un disco incantato... però mentre lo facciamo è come se stessimo
parlando daltro... me ne accorgo a guardarlo negli occhi...
Qualcuno mi spiega però che per dischi lui intende il locale con
la musica - dopotutto ognuno ha il modo di parlare che gli aggrada,
ogni circolo cerchio ha il suo dialetto, ed è bello conoscere parole
di qua e di là - così, dopo la spiegazione dico al mio nuovo amico
che sicuramente dove ci sta portando Felice ci stanno dei buoni
Freddy j che ci penseranno loro a mettere buoni dischi sui tonanti...
e che si, è proprio vero dolcezza che stiamo andando dove ci sono
i dischi: belli, forti e rumorosi...
Tante volte si fa finta di parlare, giusto per tirare fuori cazzate
senza neanche prendere la mira... tutti mi sembra che si faccia
così, non capisco però chi lo fa seriamente, magari credendoci...
questi qua invece il giochetto lo conoscono bene: il vecchio scherzo.
Giungiamo così, fra lazzi eccetera, al porco parcheggio di un localino
assai luminescente e languido - molto in voga per spendere ciorba
- incragnato nella solita cantina tappezzata di gente. Un posto
dove sono già stato, ma nel presente caso come negli altri non possiedo
una tessera mia propria, intendo con il mio nome sopra, per poter
varcare la soglia... espongo la mia perplessità al biondo Felice
che mi dice: non preoccuparti... No! Amicone mio bimbino,
non dimenticare la socio-assistenza benevola dal nostro lato della
strada, questa mamma notte... rimembrati che ti dissi che non serviva
né ciorba, né niente! Ricordi no?
Va bene... allora non mi preoccupo!
Dunque, senza frapporre tempo, scarichiamo noi stessi e i nostri
beneamati assieme a noi si scaricano, chi per conto proprio e chi
con qualche aiuto, tutti giù dal mezzo di trasporto parcheggiato
nel suo bravo spazio giallo, e ci dirigiamo allingresso vero
e proprio passando davanti la guardiola dei Ringhianti - senza rischio
né turbamento - che anche questa volta mi accarezzano lentrata
proprio come se fossi un diligente pubblichino pagante... Non mi
preoccupo... No!? Anche perché scivoliamo sopra la barba della lunga
coda, serviti per bene grazie allideuzza della socio-assistenza...
Entrati che siamo ci sistemiamo e sistemiamo ognuno a seconda delle
proprie caratteristiche distintive, su sedie e trespoli... attorno
che siamo alla tavola ognuno si dedica a ciò che preferisce: uno
guarda fisso il bordo della tavola e sembra che riesca ad aprire
chissà quali fughe siderali nel vecchio porco legno, un altro vuole
andare a giocare al calcio balilla, due gradiscono molto litigare
uno con laltro, il più giovane si guarda attorno come un vero
principe rilassato, lunica biondina brunina del gruppo si
sente già molto calda e preparata per le danze e insiste molto in
questo senso... ma quello seduto più vicino a me sembra veramente
il più signorile, anche se ogni tanto lascia cadere un po' di bava
sulla giacca, ma il mio amico Felice mi fornisce di un fazzoletto
per asciugarlo, in modo che si possa fraternizzare e lui mantenere
il suo stile. Basta nettare un po di bava che dopo averlo asciugato
lui si sente molto riconoscente e disposto al discorre e filosofeggiare
con il sottoscritto...
E lui che attacca - mi pare decisamente un signore per bene,
un micetto dalla pelliccia liscia e mansueto, per lo meno mi pare
- un discorso inaspettato riguardo i libri cantavite, pare che a
costui piacciano molto le storie dei grandi luminari delloscuro
vicolo umano, le luci sfavillanti nei cieli fumosi e ottenebrati...
mi stupisce di molto, e mi chiedo se e come conosca i beneamati
Rimbaldi; Celini e Kafki, però questo rende il discorso interessante...
non so bene di cosa stiamo a parlare, ma ricorrono i luminosi nomi,
molte volte si fanno simili discorsi, ma mai mi era capitato di
farli con un simile appassionato... mi parla degli scrittori del
circolo cerchio come fossero degli altri scrittori rispetto a come
li conosco io, chissà dove ha trovato tali ideuzze?
A seguire, lo zietto Felice, si era dedicato a raccogliere le ordinazioni,
e dopo poco arriva con sifoni per tutti quanti... cè una clausola
nel contratto, mi dice, che garantisce le spese di socio-sostentamento,
tale che i micetti possano apprezzare e godersi il loro latte...
vanno nutriti e curati, e anche giustamente abbeverati!... loro
lo vogliono.
Così il gargarozzo canta, se lo gode lo scrosciare giù per il tubo...
sicché Felice mi aggiorna: caro bimbino Soana... non vorrei
che ti venisse lideuzza che io possa aver dimenticato quanto
ci siamo detti prima al parlatore... ecco qua quindi: qualche cucchiaino
di farma-cocktail, qualche goccia di mutua-viaggio... così... giusto
per correggere il rossino biondino!
Va bene... scaravento a glug glug tutto quanto io... non mi preoccupo!...
No?
Vedi mi dice Felice, che seratina capogiro ci
stiamo andando a scassare !... veramente vertigo...
che aspettare allora? dice una delle due associate di
Felice, andiamo a ballare... E FINITELA VOI DUE DI PARLARVI
COME DUE DRUGHI!
Ah?!...... come due drughi?!.......
comunque, dopo pochi istanti raminghi siamo subito in pista, e inizia
un Carnevale di quelli Vertigo in piena regola... siamo in festa...
anche quello sulla seggiola con le rotelle si dimena non poco, anzi...
a dire il vero forse è il migliore di tutti a ballare, un vero specialista
della danza, casanova da applauso che riesce ad ogni giravolta a
introdurre una nuova biondina brunina al suo ballo: sicché in poco
si fa accompagnare a tempo molto soddisfatto da una biondina brunina
per mano - tutta gente appena conosciuta. Vedo anche che molto spesso
le attira a se e le fa chinare, le dice qualcosa nelle orecchie
e queste ridono o arrossiscono - mi dicono, Felice e le sue associate,
che si tratta di un tipo per niente inoffensivo..... Ah?!.....
per quanto mi riguarda, io mi trovo a ballare con un micetto di
stazza veramente notevole: è il più grosso di tutti, grosso come
se gli avessero inserito un bue muschiato sotto le spalle, si muove
però con molta grazia... un passetto a destra, un passetto a sinistra,
sempre lo stesso: uno... due... uno... due... sempre lo stesso movimento...
poi quando termina il pezzo e ne riprende un altro cè un attimo
di eccitazione: eh beh: è linizio! si vede che è un momento
importante: lui sorride... carica... poi di muovo: uno... due...
uno... due... è magnifico! Ci prendiamo per mano per ballare assieme
e lui mi si avvicina per parlarmi: dimmi... dimmi! E
vero che la musica è buona?
certo che la musica è buona... la musica è vertigo-tonante,
ti tiene allegro...
si!... ma allora comè la musica?......
nella musica puoi trovare gli amiconi... caro bimbino mio!
La musica ti accarezza senza poi fotterti a tradimento...
ma comè la musica?...... la musica... non è come gli
infermieri...
no... assolutamente... tutta unaltra cosa! La musica
ti lascia aprire le tue fughe, non penso che gli infermieri facciano
altrettanto...
gli infermieri mi lavavano con lacqua fredda... mi davano
le bastonate sul collo... lo sai? Eh..... lo sai?.....
oh povera stella... ma adesso non è più così vero?!
ma dimmi..... dimmi..... comè che è la musica? È buona
la musica?.....
e così via di questo passo...
E tutto un vorticare, un muoversi a tempo e fuori, mici che
si agitano e mici che ti fissano... qualche bava qua e la... Mi
sento come un antico: a non pensare a nulla , solamente le chiappe
delle biondine brunine mi richiamano a questa terra, alla sala da
ballo, mentre vacillo lontano, e mi vengono tutte queste ideuzze
di strani laghi, però turbati da troppi colori... mentre i miei
bimbini cercano di spiegarmi delle cose che però non riesco ad afferrare...
giusto per qualche istante ramingo mi specchio in quegli occhi splendenti
e appannati.
Sicché son lievemente scosso ritorno al tavolo a cui avevamo fatto
circolo... la festa continua e ci sono altri sifoni da scrosciare...
molto bene! Incomincio ad avere lesperienza di uno stato davvero
vertigo a causa dellassunzione di rossino biondino associato
a farma-cocktails... un micetto mi chiama: Soo-ona... Soo-ona...,
è quello seduto sulla seggiola a rotelle che trascinava le biondine
brunine a danzare con lui... e già non se ne lasciava scappare nessuna.
Rispondo che certo sono io... dimmi tutto bellezza!
Questo mi parla e fa anche di più: riesco a capire che mi vuole
convincere a comprargli il suo gilet di lana per mille lire... me
lo vuole assolutamente vendere perché gli servono altri soldi per
comprarsi i sigari... perché solo con i sigari a lui piace baccagliare
le biondine brunine... altrimenti non cè gusto.
Io lo seguo per un po'... continua a parlarmi delle sue biondine
brunine: un vero travaglio!... certo, c erto... solo che incomincio
a perdere il seguito: la musica è troppo tonante e troppo confusa
avvolgente, mi si avviticchia alle budella, mi confonde tutto lo
scenario attorno... anzi che scenario? Cerco di sentire quanto mi
dice il micetto, mi concentro, ma niente da fare: il gran vociare,
lo sciamare blobboso di tutti carciofi del locale... questa melassa
mi riempie, non mi lascia stare giù a seguire il mio amico.
E a questo punto quindi che cominciano a venirmi queste esperienze,
non ideuzze, ma esperienze... esperienze vere... dunque io sono
chinato ad ascoltare sicché dun tratto mi sento un po' male,
un po' troppo vertigo, così mi sollevo e guardo attorno... ecco
che ci sono tutti questi carciofi in gran numero affollati attorno
a me, per tutto il locale; in tutti gli spazi, anche i più piccoli
ci sono questi con il loro gran vociare. E cosa mi succede?... lesperienza
più tonante... mi giro attorno e non capisco più con chi ho a che
fare: sono tutti uguali, non riconosco più nessuno!... i pazzi...
ops, pardon!... i normali, i carciofi, le biondine brunine... SONO
TUTTI UGUALI!!! Affannati, rossi in volto, congestionati, senza
alcun tipo di grazia. Aprono quelle loro bocche e io non li capisco,
non posso capirli.
Non noto differenze!
Sono tutti uguali, distanti! Chi sono i sani? Chi sono i non sani?
Troppo vertigo... meglio uscire un po', respirare aria.
Quando scriverò il mio libro: memorie di un genio, parlerò
di questo, di istanti raminghi dove tutti mi sono distanti come
le galassie nellelettrico stellato. Ma a questo giro è ancora
diverso: non cè differenza fra i pazzi e gli altri, assolutamente
nessuna differenza... lo si può vedere tranquillamente! Ogni volta
che ti rialzi e ti guardi attorno...
Ora che sono fuori però laria fresca e lossigeno mi
risistema lo scombussolo, a scanso di equivoci, in ogni caso, è
meglio andare a farsi una piccola vomitata... dopodiché mi sento
di nuovo perfettamente in forma... posso di nuovo tornare fra i
carciofi senza più temere i loro grugniti.
Torno dai bimbini, son in circolo cerchio e ridono... se la sghignazzano,
tutti assieme...
Mi torna la voglia di rossino biondino fresco e frizzante... ne
faccio scrosciare giù per il tubo e mi fa bene, mi sistema una sete
che mi schiacciava tutto lo stomaco... solo ora mi accorgo di quanta
sete mi fosse venuta. Mi riimmergo fra gli amiconi, ora fra loro
ci sono anche tre biondine brunine sconosciute che erano state attratte
durante le danze... molto bene!
Felice mi accoglie con una pacca: eccolo qua il nostro miglior
luminare... care vorrei presentarvi il mio bimbino Soana... non
vi preoccupate: vi piacerà!
... e loro non si preoccupano...
io molto meno di loro. Sicché con queste le bazze però sono i soliti
discorsi, decido allora di mettere subito in chiaro la situazione.
Siccome una di queste tre mi pare molto predisposta nei miei confronti
e diciamo anche desiderosa, forse, di essermi un pochetto amica,
la invito a fare un piccolo giro con me: mentre ce ne andiamo avviandoci
fra i tavoli e le sedia, e attraversiamo lo spazio stracolmo di
tutti i carciofi per uscire fuori, io le metto una mano a gru a
caricare su un po' di polpa rossa... perché possa farsi da subito
unideuzza limpida, casomai potessero sorgere equivoci sulle
mie intenzioni.
Lei invece mi tira una sberla!
Non lavevo previsto... forse è meglio salutare e fare un giro
da solo, anche perché non volevo mica creare una questione di principio...
solo non stare sempre a fare le solite commediole di strusciamento
mentale di cazzo e figa... le dico allora: io non capisco
questi atteggiamenti da stupida... uno si interessa a te e vuole
essere sincero e tu lo prendi a sberle... tu allora sei la classica
biondina brunina da intortare con la riverenza... mi sto scaldando,
allora lei si pente: scusa dai non fare quella faccia... dammi
la mano.
Mi porta fuori e poi... poi ci facciamo qualche esperienza non di
parole... mi liscio la lingua su di lei al sapore di albicocca,
stringo quei tessuti screziati di foresta che scivolano su tappeti
di miele, poi mi immagino le profondità sotto la carne, gli spazi
di tessuti cerebrali e le lunghezze dei capillari... li per li è
una cosa che mi fa stare bene, tenere fra le mani tutto quel mondo
di miele e budella, ma dopo un certo tempo passato a frugare e scoprire
mi incomincio a sentire non veramente bene, a volte stare così vicino
a qualcuno mi fa stare a disagio... ma non importa vado avanti,
continuo finché ci riesco fino a che la nausea - sono davvero troppo
vertigo?! - non mi costringe a interrompere: scusa dolcezza,
ma per me è venuto il momento di tornare dai miei...
lo sai che baci bene, sei sicuro di voler già andare via?
anche tu hai una bellissima spina dorsale, ma a stare fermo
mi si commuovono le viscere
cosa vuol dire?
ho svuotato troppi sifoni cara
oh! Mi spiace, spero che potremo continuare unaltra
volta!
lo terrò presente dolcezza...
COSA?
vedremo cosa si può fare!
MA SENTI QUESTO...
scusa dolcezza, ma non fare caso a quello che dico... te lho
detto che ho bevuto troppo...
Ah... perché mi sembrava...
non badare alle apparenze... la vita è finzione!
Ah?!
Tornato dentro mi sento ancora un pochetto barcollante vertigo,
ma la tempesta è passata... i carciofi che vagano per ogni dove
sono i soliti carciofi di sempre, grigi e bigi che si arrabattano
per figurare notevoli e interessanti agli occhi delle biondine brunine,
rivomitano tutto quello che sentono, cercano di assumere un po'
di colore, uno qualsiasi... Insomma: le solite cose! Nessuno mi
fa più leffetto di prima.
Bene Soana... mi dice Felice giungi al momento
opportuno: direi che è ora di accompagnare i nostri nobili compagni
alla loro magione.
approvo, approvo... togliamoci pure da questo luogo ambiguo...
come ambiguo fratellino?
ti spiegherò prima o poi... ho capito delle cose questa sera,
ma ora sono troppo vertigo ... ma ti spiegherò!
Leviamo dunque le ancore... lasciamo tutta la magica gente, la magica
popolazione della notte, della notte TV... le mammarelle che stettarellano
in giro, gli occhi sgranati... una mano tesa in cerca di un briciolo
di amore e di conforto... i discorsi su come farsi una posizione,
su conoscere la gente giusta o su come vivevano i Be-bop i dark
e i metal pop e come vivevano negli anni 70 TV... lasciamo
i dibattiti sui prezzi dei vestiti di moda i raccontini sulle vacanze
le tecniche su come smerciare soldi falsi su come arrivare in alto
TV e su quanti giorni si impiegano per studiare 430 pagine di tecnica
commerciale marketing benessere esistenziale TV o di sucaminchie
e poppa... TV? No forse questo non si vede...
torniamo ai nostri pazzi, con le loro laceranti storie, i loro crani
dalle urla squarciate... torniamo ai loro discorsi, alle loro beghe
per un tubetto di vaselina o per sedere accanto alla collega di
Felice... alle passioni per gli scrittori e i pupazzi di peluche,
ai prezzi dei sigari e delle calze di lana... alla catalogazione
in ordine irrazionale di tutti i 436 colori dello spettro dei pastelli
a cera...
Saluto tutti i micetti e li bacio tutti in fronte uno per uno. Presto
saranno nei loro lettucci a cercare di dormire e a succhiare curativi
eccetera. Mi sento stanco e rientro rinfrancato alla mia magione
e mi metto volentieri nel letto... sono stanco eccome, ma ci penso
lo stesso a questideuzza, anzi allesperienza di questa
sera. Si, perché lideuzza ce la possono avere tutti, anche
alla TV, ma è lesperienza che ti plasma il vecchio cuore e
ti fa capire... E io lesperienza ce lo avuta questa sera,
io sono dalla parte dei micetti!... Chi sono i pazzi?
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