NUMERO 7
AGOSTO 98
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DAVIDE BREGOLA
Penso un gran bene di Davide Bregola.
Fondalmentalmente perché è un vero entusiasta. Ogni volta che lo
sento lo scopro impegnato in nuove mirabolanti imprese: l'organizzazione
di conferenze di giovani autori per il piccolo cumune dove abita,
la stesura di un romanzo a quattro mani con un coetaneo che vive
a migliaia di chilometri di distanza, la fondazione di una casa
editrice con il cantante degli AFA, cose così.
Mi riconosco totalmente in questo suo continuo bisogno di fare,
di sperimentare.
Davide è così anche nelle cose che scrive: passa dai racconti della
gioventù sonica, figlia del rock e dei computer, ai testi in dialetto
sulle tipiche figure di paese.
Il tutto percorso da quella vena stralunata e ironica che forse
è il vero filo conduttore della sua narrativa, come si vede chiaramente
anche nel racconto che segue.
La ragazza di Frenchi vuole un poster dei Joy
Division
Sembra una storia assurda questa, di quelle che
si leggono o si vedono in televisione o giù di lì. Di quelle che
ti fanno esclamare: ma è assurdo tutto questo!
Invece è successa veramente e con tutta la normalità degli eventi
scanditi dal tempo lineare.
Allora, ricapitoliamo, fa sempre bene, anche quando non si è ancora
detto nulla: Frenchi ha una vita tranquilla, felice. Felice lo è
sempre tranne nei casi in cui invece di suonare deve andare a lavorare
per tirare avanti. Frenchi ha una ragazza, tipo ventidue anni, tipo
pantaloni aderenti neri, tipo scarpe a gomma alta sgargianti, tipo
maglia aderente in lycra con collo a V e simbolo termoimpresso stampato
sul davanti al centro giusto della maglia. Nome: Laura.
E' successo che Frenchi è andato a suonare con il suo complesso
"GLI IRASCIBILI" in un locale dalle parti di Milano ed
hanno fatto da spalla ad un gruppo che coverizzava canzoni dei Joy
Division. Bella storia, bella avventura si direbbe. Infatti lo è
stata e i redivivi Joy per l'occasione hanno suonato pari tale e
quale tutto Unknown Pleasures e a Frenchi pareva di assistere ad
un vero concerto dei suoi beniamini, sembrava di essere tornato
indietro con un flashback ai tempi in cui al Futurama di Leeds,
nella Queen's Hall si suonava dannata musica fantascientifica e
Ian Curtis fermava il tempo facendo rimanere giovani gli astanti.
Unknown Pleasures, il primo disco dei Joy è stato fatto tale e quale
senza un attimo di pausa e il pubblico s'è tirato pugni in testa
dall'inizio alla fine ed ha giurato di non ascoltare più altra musica
senza il nome Joy Division stampato impresso su Cd punto e basta.
Il Frenchi la sera stessa è andato a complimentarsi con i suddetti
bucanieri ed ha dovuto constatare con enorme piacere che assomigliavano
anche da vicino al suo gruppo preferito. Ma siete uguali a loro,
sembrate un clone genetico! Dissero d'aver sentito dire i testimoni,
poi s'è comperato tutti i dischi originali marcati Factory riportanti
impresse le date: giugno 1979 per Unknown Pleasures, luglio 1980
Closer e Agosto 1981 per Still, conseguenza a tutto ciò e stata
l'occasione piacevole di parlare del più e del meno con le copie
trans genetiche di Ian, Hook, Morrison che in segno d'amicizia gli
hanno regalato un poster con su la copertina del primo disco ingrandita
fino all'inverosimile; con la grafica scarna riportante una veduta
computerizzata di catene montuose bianche su uno
sfondo nero madreperlato. Strabiliante! Ha esclamato Frenchi abbracciando
tutti e lasciando traccia del suo entusiasmo e delle sue ghiandole
sudorifere secernenti sudore sulle camicie paramilitari dei componenti
il gruppo colpevoli soltanto di essersi resi troppo disponibili
con un infervorato ammiratore.
Morale: il Frenchi è convinto di essere tornato agli anni in cui
l'estetica moderatamente geometrica e severa imperversava per tutto
il globo, anni in cui se cantavi: Cammina in silenzio. Non allontanarti,
in silenzio. La tua confusione, le mie illusioni indossate come
una schera d'odio di sé. Sfida e poi muore. Non andartene. Potevi
veramente diventare un punto di riferimento, un riluttante sciamano
per generazioni di persone senza certezze.
Fin qui niente di nuovo sotto il sole vero? C'è un gruppo di musicisti
esteticamente new wave, c'è un seguace pur esso cantante ma non
ancora provvisto di demo o 7" o mini-cd o chissà cos'altro
e poi, in lontananza, appena accennata, c'è Laura, la ragazza di
Frenchi, la musa, il suo amore.
Hey bella? Bella topolona! Vieni qui che ti mangio cruda! Le urla
un camionista di passaggio che la vede camminare lungo la strada
del suo paese. Lei senza scomporsi alza il medio e lo mostra. Mossa
necessaria e sufficiente per mettere a cuccia l'assatanato. La nostra
iridescente fata si sta dirigendo a casa di Frenchi, son due giorni
che non si vedono e lui è reduce dal concerto del giorno prima di
Milano. E' stravaccato sul letto col pigiama di lana aderente color
nocciola, la scena di cui è testimone Laura è la seguente: camera
da letto con comodino stracolmo di cd, stereo in terra, casse riverberanti
canzoni quali Disorder, Isolation eccetera, lenzuola sparse per
tutta la camera mimetizzate con la moquette verde, oggetto non ben
identificato nella fattispecie Frenchi-, avente arbitrario
gusto estetico nel tenersi la barba di tre giorni stile uomo duro
vecchia maniera, capelli schiacciati sulla nuca modello nido di
passero, scapigliatura in fronte comprovante futura alopecia, sguardo
assente da disoccupato recidivo.
Frenchi! Ma com'è possibile trovarti in quelle condizioni! Non hai
vergogna? Sapevi no che arrivavo, perché non ti sei nemmeno degnato
di farti trovare presentabile? Chiede Laura risentita.
Frenchi si alza spaventato e imbarazzatissimo: Scusa amore
mi
ero dimenticato dell'appuntamento
sai
stavo riposando,
cioè, ascoltando un po' di musica ehhmmm
volevo dire: stavo
giusto andando a fare una doccia che
Risponde confuso.
Laura alza lo sguardo verso il muro: Aoh! Dove l'hai preso quel
poster dei Joy Division? Intanto indica con l'indice la parete su
cui Frenchi con meticolosità ha appiccicato il feticcio.
Me l'hanno dato loro medesimi, ehmm, cioè, gente tale e quale a
loro ieri sera a Milano nel locale in cui suonavano. Ho preso pure
tutti i dischi O-R-I-G-I-N-A-L-I del periodo, tutti Factory. Mica!
Senti come suonano? E indica le casse che emanano musica
-.
Lo voglio, lo voglio, lo voglio. Lo voglio io quel poster. Lo voglio
io, lo voglio io. Lo voglio attaccare in camera mia e ci starà anche
meglio di qua!
Mica!
E invece sì.
Non se ne parla nemmeno, carina.
E allora sai io cosa faccio?
No.
Prova ad immaginartelo.
Dai!
E prova no!?!
Mica.
Ti farò morire dall'astinenza
Quest'ultima frase aveva un'ambiguità tale da poter essere interpretata
in milioni di modi possibili ed immaginabili. Contestualizzandola
all'interno del botta e risposta tra i due si può considerare una
minaccia bella e buona di bassa lega. A parte tutto, chissà di cosa
starà parlando Laura.
Forse che si diverte a fare da cuoca a Frenchi e da ora in poi sarà
esso medesimo a doversi prodigare affinché la sua fame venga sopita?
Non pare. E' proprio qualcos'altro. Sta parlando di cose loro a
cui noi non è dato sapere.
Come! Esclama Frenchi già in astinenza. Se è così allora sai cosa
ti dico? A me non me ne frega niente capito? Risponde difendendosi
alla meno peggio.
A no!?! Allora io ti mollo addirittura e vedremo chi resisterà di
più!
Grida la fatina elettronica arrabbiata come un giaguaro delle Ande
a cui è stato tolto il cibo di bocca.
Ma-io-ve-ra-men-te
Sono le ultime sillabe pronunciate dal cantante
emergente degli Irascibili disposto a suonare in ogni luogo sia
garantito un buon mixer e una amplificazione decente.
Laura se ne va roteando di trecentosessanta gradi sul proprio asse,
Frenchi la guarda svanire, alza il volume e si mette i pantaloncini
marchiati Samar, vecchio cimelio dei Giochi della Gioventù 1983.
Stavolta quella capricciosa non l'avrà vinta!
Stavolta lo voglio vedere sbavare come un cammello! Sussurra la
fatina quasi fosse riuscita a connettersi psichicamente con Frenchi
per sentire cosa ne pensa lui.
E allora voi, sì, voi che magari adesso siete lì a fare i furbi
e ridete e pensate quanto è tonto uno così e quanto è testarda lei,
voi, provate a mettervi nei panni del nostro eroe. Provate voi a
portare pazienza o a cercare di vincere la sfida. Pare facile da
fuori, pensate sia un gioco da ragazzi comandare una così. Sì, insomma,
voi, cosa fareste in questa situazione?
Analizziamo la situazione: Laura è oggettivamente bella, pare il
sole di Viareggio a luglio, profuma e quando parla sa quello che
dice, voglio dire, è intelligente e questo è quanto. Una ragazza
desiderabile, non c'è dubbio, una ragazza invidiabile, una brava
ragazza oltretutto, va bé, è un po' testarda, ma glielo si può perdonare
no?
Frenchi è un cantante a bassa fedeltà, lavora saltuariamente, è
fin troppo espansivo, potrebbe risultare addirittura appiccicoso,
prova ne è la capacità di scroccare un poster dei Joy ad una band
che ne fa il verso e per lo stesso motivo di cui sopra ora si trova
immischiato in una vicenda, in un vortice, in un labirinto a prima
vista senza via d'uscita.
Io non la darei vinta a quella smorfiosetta nemmeno se cadesse il
sole dice un tipo con gli occhiali che ha iniziato a leggere
la storia un'ora fa -.
Beh! Valutando i fattori a favore e contrari traendone una conclusione
seppur affrettata ma senza tralasciare le casualità io preferirei
mollare un bel ceffone alla fata e che non se ne parli più. Solo
così capirebbe chi comanda e come nei film la abbraccerei e la bacerei
per cinque ore consecutive procurandole una paresi facciale permanente
butta lì il solito saputello dalle soluzioni facili ma ancora
incapace di scendere dall'albero-.
Non me ne frega niente di nessuno, tantomeno di questi due appiccicosi.
Anzi! Sai cosa ti dico? La tua storia puoi proseguirtela da solo
bello! Io smetto di seguirla in questo preciso momento e buonanotte.
Buonanotte amico, ti consiglio di dire una preghiera perché domattina
nessuno riuscirà a svegliarti dal sogno perpetuo, quindi faresti
bene a dire un Padre nostro per garantirti l'espiazione delle colpe.
E così via testoni che non siete altro. Ve lo dico io adesso cosa
fa il Frenchi: sono già passate tre lunghe giornate e la vita per
il nostro diventa sempre più dura. Non fa altro che mangiare e ascoltare
musica pensando al suo amore andato via a causa di un poster dei
Joy con sopra il profilo computerizzato di montagne che lui non
le vuole regalare perché è troppo bello e se l'è sudato veramente
ed è un pezzo unico e
E poi perché diventa una questione di principio vedere chi mollerà
prima e per il momento non vuole affatto dargliela vinta la partita
anche se però, a pensarci bene, in fondo trattasi solo di un metro
quadro di carta colorata e dice: se devo essere sincero con me stesso,
alla fine dei conti posso sempre farmene una fotocopia in A0 a colori.
Vabbé, non verrà fuori identico, ma almeno potrò tornare con il
mio amore e magari un giorno chissà, magari rincontrerò i falsi
Joy che mi riconosceranno e mossi da compassione mi daranno di nuovo
un poster come quello della camera e tutto filerà liscio come sempre.
Frenchi prende in mano il telefono, compone il numero di Laura,
sono le tre di notte ma chi se ne frega: Pronto pausa-. Sono
Frenchi, Laura asc. Ma Laura stacca il telefono.
Per quanto riguarda il resto del tempo, lo passa a digitare il numero
e a trovare la linea occupata ma aspetta, sente, ascolta il tutututututututu
implacabile che come un mantra gli penetra nel cervello ed arriva
fino al cuore congelandolo.
Giorno successivo. Mattina: ore dieci. Se le fogne avessero sembianze
umane
Frenchi sarebbe il testimonial dei pozzi neri. Non ci sta più con
la testa il nostro uomo, la voce se n'è andata (e per la sua musica
sarebbe un effetto Tom Waits senza precedenti), i capelli sono schiacciati
in testa come se si fosse stuccato con il vinavil.
Ovvia la decisione di prendere in mano la situazione, ovvio andare
in bagno a farsi la barba, cercare di rimettersi in sesto con una
decina di addominali, scontato mettere il pigiama a lavare, vestirsi
ed uscire.
Va a passo veloce verso la casa di Laura, il sole è coperto da una
coltre di nuvole rabbiose che corrono in direzione opposta alla
sua. Ha con sé il poster, il maledettissimo pezzo di carta patinata
che tiene arrotolato in mano. E' pronto a cederlo, a regalarlo,
a distruggerlo, a darlo al suo amore, a Laura, purché torni con
lui.
Arriva davanti al cancello della casa di lei. Suona il campanello:
DRIIN DRIIN DRIIN DRIIN!
Nulla.
Il portone è accostato, riesce a raggiungere la porta, bussa, chiama:
Laura, sono io, aprimi, ti prego, ho portato il poster, sono pronto
a cedertelo, fanne quello che vuoi ma torna con me. Sono le disperate
parole di un uomo solo dette stando attaccato alla porta con il
naso.
Laura sente, pensa alla banalità di quelle frasi, alla loro pateticità,
lei è dentro, ascolta, è una fata elettronica programmata per essere
senza sentimenti, sente tutto e gode a fare soffrire l'innamorato.
Lo sappiamo tutti quanto sono brave le donne a fare questo tipo
di giochi che portano al tracollo fisico e morale. Lo sapete anche
voi quanto siano crudeli se solo s'impegnano leggermente.
Laura, aprimi, lo so che sei lì, sento il tuo calore, la tua presenza.
Ma lei niente. Non apre.
Frenchi si siede davanti alla porta, non ha intenzione di spostarsi,
vuole un segno, una parola, qualsiasi essa sia.
Frenchi, vai via, l'avevo detto che ti avrei lasciato no! Vattene.
Pensa tra sé-
No ragazzi! Questa è troppo grossa, io non ci sto.
Ma si può essere così insensibili?
Per me è troppo. Dico: uno va lì con le ceneri del proprio cuore
in mano, si umilia, si prostra ed ottiene un vattene così arrogante
e pieno di cattiveria. No. Non è possibile che tutta la situazione
sia a favore di Laura. Se c'è una giustizia divina deve esserci
anche uno spiraglio per Frenchi.
Quel poveretto è ridotto ad uno straccio e lei lo vuole far morire
del tutto. Se avessi un buon micro chip per fargli aumentare le
capacità glielo piazzerei direttamente nel cervello. Se possedessi
gli spinaci di Braccio di ferro li darei volentieri al poveretto.
La legge della sopravvivenza è dura e l'amore sembra fatto di continue
prove e purtroppo nella realtà non esistono ancora connessioni uomo-chip
o intrugli magici efficaci, allora Frenchi si deve arrangiare da
solo e deve lottare con le proprie forze anche se noi lo aiuteremmo
con piacere.
Esce dal cancello, si trascina verso casa disperato, oggi è la giornata
più brutta della sua vita e la strada è carta vetrata che lo consuma
dalle scarpe alla testa.
Una volta arrivato in camera butta il poster arrotolato sul letto
poi si mette il pigiama come quando è ammalato e passa tutta la
giornata di convalescenza così.
Da oggi lui è malato e non si leverà il pigiama color nocciola messo
a lavare e poi riusato ancora sporco fin quando non sarà arrivato
ad una soluzione Laura ha già il piano in testa, sa già come dovranno
andare le cose e la storia serberà ancora doverse sorprese.
Frenchi estrae dalla carta il vinile di Closer e i 6.02 di Atrocity
Exhibition seguiti da Isolation e da tutte le altre canzoni dell'album
faranno da colonna sonora alla sua disperazione. Inizia a piangere,
piano, con discrezione, vergognandosi della sua vita che è un ronzio
di silenzio.
Dal canto suo Laura, conoscendo bene Frenchi, è sicura che lui riproverà
a persuaderla di nuovo, magari telefonando o ritornando con più
insistenza a casa sua. Sa che Frenchi è uno zuccone testardo e per
amore farebbe tutto.
Le rimane l'attesa. Aspetta la mossa successiva.
Passano tre lunghi giorni dove tra incubi, sogni di mitologica memoria,
istinti innominabili e violente contraddizioni il cantante degli
Irascibili scorge un barlume di luce in mezzo alla tenebra formatasi
nella sua mente.
Al pomeriggio Frenchi ancora in camera disperato decide di tentare
un'altra volta di bussare a casa di Laura, magari quel giorno non
c'era a casa e la mia impressione era sbagliata, forse il mio presentimento
era sbagliato dice.
Striscia le membra in bagno, sono veramente distrutto dice guardandosi
allo
specchio.
Prende in mano un pettine, si da una rinfrescata e cerca di rimettersi
in sesto. Si veste, ritorna all'attacco portando con sé poster,
cuore e tutta la compassione di cui è capace.
Mentre va a passo veloce in direzione della casa di Laura prepara
tutto ciò che deve dire, fa mente locale per un istante e decide
di optare per la semplicità: le dirò tutto ciò che ho detto tre
giorni fa.
Arriva davanti a casa, salta la proforma del campanello, va davanti
alla porta, bussa, chiama: Laura, sono io, Frenchi, aprimi ti prego,
sono disperato, apri, ti prego
Ho portato il poster, sono pronto a cedetelo, fanne ciò che vuoi
ma torna con me.
Laura è in casa, sente tutto ed ha il cuore tenero quando i momenti
sono di vitale importanza. Dice: Frenchi?
Sì risponde lui, ciao Laura, aprimi ti prego. E si sente rinvigorire
tutto, corpo e mente.
Frenchi ascolta, se mi canti immediatamente una serenata ti aprirò,
altrimenti niente.
Come? Vuoi sentire qualcosa? Sì, subito, cosa ti canto?
Voglio She's lost control.
Immediatamente Frenchi immagina il ritmo fatto dalla batteria elettronica
e dal campionatore. Inizia un canto flebile, appena accennato: She's
lost control again
she's lost control, poi prende maggio sicurezza,
She's lost control about the game, sbaglia le parole, si confonde,
dimentica, fa confusione ma il suo impegno viene premiato, la porta
d'ingresso si apre, Frenchi trova davanti a sé la bella Laura più
in forma che mai, l'abbraccia con la sinistra perché alla destra
c'è il poster, lei rimane fredda per secondi che fermano il normale
roteare della terra ma non conta, per Frenchi l'importante è vederla
e riabbracciarla.
Laura perdonami. Non dovevo essere egoista con te, scusa veramente,
quel giorno non dovevo comportarmi così. Dovevo dartelo subito questo
poster, se lo facevo non sarebbe successo nulla vero?
Stai tranquillo, in fondo non è successo niente di grave. E' passato
tutto oramai. Vieni un attimo di sopra a vedere una cosa.
Salgono le scale mano nella mano e tutto sembra essersi messo a
posto.
Laura apre la porta della sua stanza, Frenchi cade in ginocchio:
ma porca quella
ma allora! Perché mi hai fatto tutte quelle
storie, cioè, tu avevi già il poster uguale a questo e mi hai fatto
soffrire così, cioè, tu avevi un poster come questo e la storia
è andata in questo modo. No. Non ci posso credere. Ancora un po'
e sarei impazzito e tu
Ah Ah AAHH AHH AAHH AAAAHHHH!
E lei: Beh, dai! Lo sai come sono fatta no?!? Volevo solo vedere
quanto mi amavi, volevo metterti alla prova e morta lì. Dovevo vedere
quanto mi eri legato così ho inventato tutta la storia. Mica male
no!?!
Frenchi si rialza a bocca aperta quasi incredulo ma rilassato. Lei
lo guarda negli occhi e fa. Adesso non fare tante storie, vieni
qua e non parliamone più.
I due si abbracciano e si baciano, un poster è appeso alla parete
della camera di Laura, l'altro giace a terra ancora arrotolato.
Il sipario si chiude mentre i due innamorati si danno un lungo bacio
appassionato con il sottofondo musicale di Interzone.
La vita è bella anche per questo.
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