GRETA GRANA
Questo racconto fa parte dei dattiloscritti ricevuti
per il concorso letterario "A Bologna si cambia", lanciato
nel 1997 dall'Ikea, in collaborazione con Stampa Alternativa, in
occasione dell'apertura di una nuova sede del mobilificio a Bologna.
Troppo breve per essere pubblicato come Millelire, e troppo interessante
per essere ignorato, ha ottenuto una sorta di "menzione d'onore"
ed esce ora su 'tina (magra consolazione, mi rendo conto). Con questo
linguaggio, a metà strada tra la Santacroce e il Futurismo, Greta
ha svolto il tema del concorso in modo davvero imprevedibile. E
mentre tutti i partecipanti si sono affannati a trovare mutamenti
cosmici ed epocali come oggetto dei loro testi, lei ha optato per
un più disinvolto e originale cambio di tinta ai capelli.
Blond
il latte scadeva il ventiseisettembre
e non ho fatto colazione.
c'era un pezzo di mela con la buccia sul tavolo di cucina la superficie
giallovedolina e raggrinzita non ho voluto pulirla e sommatotutto
il sapore del di dentro e quello de di fuori erano uguali.
togliere i peli dalle gambe SILCHEPILEDI ALLA MANO PER BLIR BISAGNA
PATIR lustrare le scarpe col tacco basso quelle nere
non quelle marroni che con la camicia fucsiamarantina
non vanno
TENDENZACOLLEZIONEAUTUNNOINVERNOVANTOTTO
stendere il fondotinta ché l'abbronzatura è ridotta ormai ad una
patina giallognola aggiustare la spallina del regg
sono uscita alle undicietrentasei senza
la gonna azzurrocielo al ginocchio che mi fa il culo piccolo.
trentaduesimo giorno di non pioggia e l'aria è davvero imbrattata
di polveri plumbee.
no non ce l'ho proprio il biglietto
magnetico per bus giacché con le millecinquecentolit prediligo un
caffè in stazione.
MODEN TAZIONE DI MODENA ER CARPI UZZARA MANTOV SI
CAMBIA L'INTERSITISETTEQUATTROSETTE PER NAPOLI E' IN ARRIVO AL INARIO
TRE PRIMA CLASSE IN ODA.
l'umidità s'incolla indiscriminante a ricce lisce
e persino alle bambine con cuffietta uncinettata.
io li crocchio nella plastica a molla mentre mi faccio presente
che il velluto nero di cappello su nerochiomoso di
testa sì certo ma chissà se è già stagione.
in una carrozza non fumata mi si apre
un varco per un posto in piedi invadente di repubbliche cartacrespate
e tastisonoriomnitel voluttuosamente pigiati da trentaduenni barbourizzati
concentrati sul verdeamaro di microfibrasessantaden che fascia
le mie gambe mentre scaldano amorosi le mani impomellate di certe
tristi occhialute in lungo antracitecupoarmani che alle dodicieventuno
spara come il limone nel the al latte.
ma io quasi mi commuovo nell'iride tirata di un ometto dalla chioma
fuordiluogo crespa.
spazio binari morti con amianto in
vagoni di ruggine e pi-brain sbiaditi di fuliggine glutinosa
aggiusto l'andatura sul modello di quelle anoressicheggianti che
ho in memoria dagli spot patinati della martininuovagenerazione.
il passo non mi riesce candido ma il riflesso artefatto a pochi
cm dalla vetrata dilaniata dalla bomba anniottanta mi ammorbidisce
i fianchi.
VUOI AMBIARE IMMAGINE IENI IN VIA Z. SETTE SALONE ORARIO ONTINUATO
mi gira la testa a trentatre su quarantacinque solchi ed esige attenzione.
duecentomilalit elargite da bancomat a meno duemilionitrecentoduemilalit
mi convogliano di spinta a rassicurarmi con un'intergale al miele
scaldata al microOOondefilipss
e così l'odore acre della poltiglia
decolorante si fa strada sul mio capo chino indolenzito esibendo
un'ampia gamma di verdolivamarci che lascia mal sperare nel
tanto ambito biono platino.
che invece dopo trentaseiminutiesatti per la delizia della sciampista
estasiata e di noi tutte sfavilla svettante di orgoglio ocrapaglierino
strato marron.
un quasi identico barbourizzato viaggiatore
non fumatore ha l'attenzione delle sedicietrentuno distolta dalla
filanca verde e traslata alla mia chiomosità non più mediterranea.
scusi signorina ma sbaglio o poche
ore fa lei era mora?
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