Francesco Zardo Per la felicità dei lettori più assidui e fedeli di 'tina, riecco a noi Francesco Zardo, autore scoperto da questa rivista alcuni anni fa ma che io stesso non ho mai avuto il piacere di incontrare. Decisamente bizzarro e misterioso, ogni tanto Zardo sceglie di rifarsi vivo, inviando racconti dalla cifra stilistica sempre personalissima e folle. In questo testo, tanto per fare esempi contingenti, mischia una storia d'amore romana con scenari fantascientifici, considerazioni monetarie sull'introduzione dell'Euro e riflessioni sulla propria struttura cognitiva. L'effetto è ancora una volta spiazzante, se non puramente esilarante. Intanto, forse per sviare i dubbi che gravitano sulla sua persona (o forse, chissà, per accrescerli) Zardo ha anche dato vita, insieme al fratello, a una geniale homepage (www.zardo.org), a cui rimando per ogni approfondimento del caso. L'ARTE DELLA FUGA Giorni fa,
come sempre stizzito dall'aver perso l'amore di una bella ragazzina francese,
stavo comprando un pacchetto di Ms dal solito tabaccaio qui sotto (via
G.B. Morgagni, Roma) il quale fatica ancora a convertirsi all'euro, e
anziché i convenzionali 2€ e 18, spara sempre cifre iperboliche
tipo 4.200 euro, o 218 euro. Oppure se è in crisi arrotonda: 1.000
euri, un euro!, ecc. Già si pongono almeno quattro domande: 1.
Fumare nuoce? 2. Quanto vale, in astratto, un euro? 3. Quali sono le basi
acquisite di una progressione matematica? 4. Chi è G.B. Morgagni? Ma ho letto su Internet che in una base segreta, un gruppo di scienziati progressisti, sta progettando tre basi spaziali orbitanti a bassa quota. L'espressione "a bassa quota", satellitarmente parlando, significa comunque svariate decine di migliaia di chilomentri (780 km.) dal suolo. I tre satelliti, se realizzati, si chiameranno Loki, Thor, Odino, in omaggio alle mitologie nordiche: non restano infatti molti altri nomi esoterici da attribuire ai corpi celesti, e poi lo scienziato-capo del progetto è un norvegese (che si chiama Kjetil Etivant, o un nome simile). Siccome la gente dovrebbe andarci ad abitare, inoltre, non possono battezzare le stazioni orbitanti con una sigla tipo Snkb441, per es., o altre sigle: non si può. Abitare su Loki comporterà senz'altro domandarsi prima o poi chi sia Loki, ma presenta comunque tutta una serie di vantaggi, a livello di trascendenza. Pochi i dati tecnici: la messa in orbita dei satelliti artificiali a bassa quota si basa su certe regole del principio di indeterminazione, e sulle equazioni di Planck. Su una stazione
orbitante la vita costa cara: una birretta può toccare i 24-25
euro, in termini di euro. Il prezzo è giustificato, se si considerano
gli alti costi relativi al trasporto delle birrette. Il trasferimento
su detti satelliti comporterà inoltre la condivisione di numerosi
spazi, e un esito collettivo di numerosi gesti che invece sulla spaziosa
terra ci succede alle volte di compiere privatamente (cucinare, mangiare,
ecc.). Su Loki non si sta male, comunque. Le ragazze hanno i capelli azzurri,
di un bell'azzurro, e ben curati grazie ai progressi della distribuzione
cosmetica, e soprattutto grazie allo stress minore cui si sottopongono
le punte in una condizione di gravità variabile. La tintura è
naturale, e si deve a una sorta di henné riflessante a tenuta,
disponibile in tre colori di base: cielo terrestre, blu oltremare, blu
corvo. Il prodotto è facile da applicare, non stinge, e conferisce
alle ragazze lokiane un non so che. Grazie all'uso dei cosmetici, anche
la pelle delle ragazze è azzurra, su Loki: la pigmentazione si
ottiene grazie a un innocuo trattamento reversibile, basato sulla proprietà
refrattiva di certe essenze, sotto l'illuminazione articiale dei corridoi
di lassù. Non altera il Ph e dona un bel colore uniforme. Va via
con acqua e sapone. Ma non è l'unica ragione per cui andrebbero costruite le tre basi planetarie, le quali vanno costruite anzitutto per amore dei nostri simili. Mi spiego meglio. Io per esempio amo fin troppo una mia simile, che è francese, chi sa dov'è, chissà con chi, e l'averla perduta mi rattrista ogni giorno. Se costruissero Thor, Loki, e Odino, farei domanda convinta per trasferirmi su Loki, e ho pensato la seguente cosa. C'è una probabilità, se pure minima, che lo faccia anche lei. A reciproca insaputa ci troveremmo su Loki, dunque, un posto abitato da 2.000-2.500 terrestri al massimo, e quindi sarebbe probabile prima o poi incrociarsi in un corridoio inerziale del satellite, o in una delle due birrerie a 25 euro presenti. Svuotato dalle mille domande al minuto che quaggiù mi perseguitano, sarei brillante e seduttivo nell'incrociare per caso Camille nella sua nuova provocatoria pigmentazione azzurrina iperglam. Su Loki è molto più naturale discorrere piacevolmente in una lingua a scelta, gli stipendi lokiani sono abbastanza buoni, e ci prenderemmo una birretta a 25 euro altrettanto serenamente di quando lo facevamo sulla cara vecchia Terra, a St. Calisto, a Lit. 2.500. Ed ecco spiegato
perché io sono contro la guerra, e favorevole all'amore fra persone.
La probabilità che anche lei decida di trasferirsi su uno dei tre
satelliti, e poi addirittura proprio su Loki, è bassissima, lo
so. Ma questa storia dei satelliti mi darebbe almeno un piccolo margine
d'illusione, mentre invece se con gli stessi soldi ci costruiscono un
sistema ipersensibile di rilevamento radar a terra, be', tanto vale che
Camillina me la scordo, tanto più nel suo nuovo maquillage azzurrino,
sgambettare e sedurmi per i corridoi a gravità ridotta, di una
costruzione orbitale in titanio. |
Dicembre 2006
è
online FEDERICO MIOZZI MICHELE ROSSINI GIORGIO FONTANA
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