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apvi.gif (1779 byte)Da Giuni Russo a Montale, passando per Sabrina
Salerno e Wanna Marchi: miti e riti di una nuova
generazione di gay nell'opera di uno scrittore che ne
interpreta ansie e virtù.

Intervista di F. Gnerre su Babiloniachvi.gif (1795 byte)

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apvi.gif (1779 byte)Matteo B. Bianchi debutta nel grande giro narrativo con la storia di un anonimo lombardo sulle orme del tempo perduto. Omosessualità, famiglia, scuola. Un mondo (una pluralità di mondi) battezzato ed esorcizzato aspergendo ironia"

Tuttolibri - La Stampa 10 giugno 1999chvi.gif (1795 byte)

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apvi.gif (1779 byte)La storia di un giovane gay nell'Italia di provincia degli anni 80:
turbamenti, scoperte, le inevitabili prese in giro e poi, finalmente,
l'accettazione serena di sé. Pagine ricche di ironia, tra citazioni di tv spazzatura e un grande amore per la musica: il techno pop e la new wave più raffinata sono protagonisti del romanzo, fino all'ultimo capitolo che è una vera guida musicale

Niccolò Borella "Tutto"chvi.gif (1795 byte)

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apvi.gif (1779 byte)Non è detto che il coming out debba essere sempre un'esperienza tragica. Lo prova il romanzo d'esordio di Matteo Bianchi, nel quale l'autore racconta il disvelarsi della propria omosessualità. I giochi d'infanzia, quando "diverso", detto a un maschietto, era un complimento (niente giochi violenti, vetrate in frantumi, strappi ai pantaloni), le cotte adolescenziali per i compagni, tradotte in amicizia. E poi il sesso scoperto a Lisbona, preludio della vita pavese, dove università è sinonimo di libertà, almeno fino al più classico dei tradimenti (mai fidarsi delle amiche). Chissà se Aldo Busi, dopo aver letto questo libro, sentirà vacillare il proprio trono"

CAMPUS, Maggio 1999chvi.gif (1795 byte)

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apvi.gif (1779 byte)Ecco un romanzo insolito nel nostro panorama. Perché insolito? Perché purtroppo da noi umorismo è spesso sinonimo di volgarità. Con questo suo racconto d’esordio invece Bianchi riesce a farci ridere come matti senza cadere nel cattivo gusto. Siamo a Milano, da quelle parti: l’io narrante è un ragazzo gay pieno di brio e di amore per il cinema. Non vorremmo esagerare ma, mutatis mutandis, questo libretto ci ricorda l’Arbasino migliore: quello di Anonimo lombardo”.

Mario Fortunato, “L’Espresso”chvi.gif (1795 byte)

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apvi.gif (1779 byte)Se le scene sentimentali hanno un che di "Harmony omosessuale", assai piacevoli sono l'autoironia per descrivere un apprendistato gay invero un po' goffo e la nitida evocazione del mondo universitario fine anni '80 - inizio anni '90, di solito considerato zona grigia rispetto ai soliti '60 e ' 70. Citazione speciale per la pagina dedicata a Oscar Wilde e ai suoi graffiti smitshiani (intensa come quella che Tondelli dedicò a Tim Buckley su "Altri libertini") e per il commento finale ai dischi menzionati nel testo, vera lezione d'umiltà per tanti altri scrittori che ti fanno sentire un cretino se non cogli le loro citazioni oblique e ammiccanti (sempre me stesse poi, qui almeno si impara qualcosa su Diana Est).

Rockerilla, Gennaio 2000chvi.gif (1795 byte)

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Un'intervista

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Una recensione

 

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