Da
Giuni Russo a Montale, passando per Sabrina
Salerno e Wanna Marchi: miti e riti di una nuova
generazione di gay nell'opera di uno scrittore che ne
interpreta ansie e virtù.
Intervista
di F. Gnerre su Babilonia
|
Matteo
B. Bianchi debutta nel grande giro narrativo con la storia
di un anonimo lombardo sulle orme del tempo perduto. Omosessualità,
famiglia, scuola. Un mondo (una pluralità di mondi) battezzato
ed esorcizzato aspergendo ironia"
Tuttolibri - La Stampa 10 giugno 1999
|
La
storia di un giovane gay nell'Italia di provincia degli anni
80:
turbamenti, scoperte, le inevitabili prese in giro e poi, finalmente,
l'accettazione serena di sé. Pagine ricche di ironia, tra citazioni di tv spazzatura e un
grande amore per la musica: il techno pop e la new wave più raffinata sono protagonisti
del romanzo, fino all'ultimo capitolo che è una vera guida musicale
Niccolò Borella "Tutto"
|
Non
è detto che il coming out debba essere sempre un'esperienza
tragica. Lo prova il romanzo d'esordio di Matteo Bianchi,
nel quale l'autore racconta il disvelarsi della propria omosessualità.
I giochi d'infanzia, quando "diverso", detto a un
maschietto, era un complimento (niente giochi violenti, vetrate
in frantumi, strappi ai pantaloni), le cotte adolescenziali
per i compagni, tradotte in amicizia. E poi il sesso scoperto
a Lisbona, preludio della vita pavese, dove università è sinonimo
di libertà, almeno fino al più classico dei tradimenti (mai
fidarsi delle amiche). Chissà se Aldo Busi, dopo aver letto
questo libro, sentirà vacillare il proprio trono"
CAMPUS, Maggio 1999
|
Ecco
un romanzo insolito nel nostro panorama. Perché insolito?
Perché purtroppo da noi umorismo è spesso sinonimo di volgarità.
Con questo suo racconto desordio invece Bianchi riesce
a farci ridere come matti senza cadere nel cattivo gusto.
Siamo a Milano, da quelle parti: lio narrante è un
ragazzo gay pieno di brio e di amore per il cinema. Non
vorremmo esagerare ma, mutatis mutandis, questo libretto
ci ricorda lArbasino migliore: quello di Anonimo lombardo.
Mario Fortunato, LEspresso
|
Se
le scene sentimentali hanno un che di "Harmony omosessuale",
assai piacevoli sono l'autoironia per descrivere un apprendistato
gay invero un po' goffo e la nitida evocazione del mondo
universitario fine anni '80 - inizio anni '90, di solito
considerato zona grigia rispetto ai soliti '60 e ' 70. Citazione
speciale per la pagina dedicata a Oscar Wilde e ai suoi
graffiti smitshiani (intensa come quella che Tondelli dedicò
a Tim Buckley su "Altri libertini") e per il commento
finale ai dischi menzionati nel testo, vera lezione d'umiltà
per tanti altri scrittori che ti fanno sentire un cretino
se non cogli le loro citazioni oblique e ammiccanti (sempre
me stesse poi, qui almeno si impara qualcosa su Diana Est).
Rockerilla, Gennaio 2000
|
Un'intervista
Una recensione
|
dal Creatore di
|