Ultima uscita

NUMERO 36 – ANNO 2021

INTRO

Ceci n’est pas un livre

Da anni sognavo di fare un libro di ‘tina e non ho mai avuto l’occasione o il momento giusto per farlo. Era lì, nel cassetto mentale dei progetti, con la speranza che prima o poi mi sarebbe successo, ma come nelle migliori tradizioni, era più facile rimandare che cercare di farlo accadere. (Sul mio profilo Facebook dovrei scrivere “Laureato in Procrastinazione all’Università della vita”).

Eppure, stavolta, incredibilmente è successo.

Ma andiamo con ordine.

Forse state sfogliando questo libro, ma non sapete neppure cos’è ‘tina. In questo caso, lasciate che ve lo illustri in breve: ‘tina (abbreviativo per Rivistina) è una pubblicazione amatoriale dedicata alla narrativa italiana, ideata e curata dallo scrittore Matteo B. Bianchi (che sarei io, piacere). Nata nel 1996 in forma di fanzine fotocopiata, nel tempo ha subito diverse mutazioni, passando da fanzine a rivista solo on line, per poi tornare in versione cartacea negli ultimi anni. Su ‘tina hanno esordito molti autori e autrici, e tra loro qualcuno ha fatto parecchia strada, pubblicando per i massimi editori italiani e vincendo Streghe e Campielli. La rivistina ha dato anche vita ad alcuni progetti paralleli, come la rubrica spin-off “Laboratorio esordienti” (ospitata sui mensili Linus e GQ) e un “Dizionario affettivo della lingua italiana”, pubblicato in volume da Fandango. Fine dell’agile riassunto.

Nel corso degli anni ho avuto qualche proposta di fare un’antologia da ‘tina, sia da parte di piccoli editori, che anche da uno molto grosso, ma non ne siamo mai venuti a capo. Le opzioni che si ponevano erano due: fare un best of, con una selezione dei migliori racconti apparsi fino a quel momento (ma che senso aveva raccogliere in volume testi che da anni sono reperibili liberamente in rete?), oppure fare una raccolta di racconti nuovi, inediti, di autori apparsi sulla rivistina (ma era sufficiente l’aver pubblicato su ‘tina come motivazione per accumunare scrittori spesso così diversi fra loro?). Sulla base di tali dubbi ho sempre preferito lasciare cadere la cosa e ho continuato a lavorare in maniera autonoma e artigianale ai singoli numeri.

Però poi sono successe delle cose.

Agli inizi del 2020 avevo ricevuto un racconto molto lungo (oltre sessanta pagine), che rappresentava una sfida: era troppo ampio per poter essere ospitato su una rivista e allo stesso tempo era troppo breve per essere proposto come romanzo a una casa editrice. Mi era così venuta l’ispirazione di creare un numero monografico di ‘tina dedicato a quel singolo testo e di dargli la forma del piccolo libro. Un’idea che mi entusiasmava. Avevo seriamente cominciato a lavorarci (ho scritto l’introduzione, fatto l’editing del testo col suo autore, realizzato un’intervista da mettere in coda al volume, commissionato l’immagine di copertina a una illustratrice…) e poi è arrivata la pandemia globale, col conseguente lockdown. E ho dovuto bloccare tutto. Gli ultimi numeri di ‘tina (a partire dal n.29) sono tutti usciti in forma stampata in edizioni limitate che distribuivo quasi esclusivamente tramite eventi pubblici. L’impossibilità di organizzare serate di presentazione nei mesi di isolamento rendeva la pubblicazione insensata, così ho preferito congelare il progetto e sostituirlo momentaneamente con un numero normale della rivista pubblicato on line. Quando un anno più tardi ho provato a riprenderne le file di quel lavoro era successo l’inevitabile: poiché il racconto era davvero molto bello, un editore (vero) nel frattempo aveva proposto al suo autore di ampliarlo e trasformarlo in un romanzo. Quel testo aveva trovato la sua strada nel mondo ma il progetto del piccolo libro di ‘tina era sfumato prima ancora di nascere.

Tuttavia (colpo di scena) proprio in quel periodo ho ricevuto una proposta da parte di “Frab’s Magazine”, ottimo sito che vende riviste da collezione. Da alcuni mesi Frab’s aveva lanciato un’iniziativa su abbonamento che permetteva agli iscritti di ricevere a casa ogni mese una rivista o un altro prodotto editoriale scelto dalla redazione. La proposta che mi facevano era quella di distribuire un numero di ‘tina attraverso tale abbonamento. Era l’occasione per far arrivare ‘tina a una nuova fetta di pubblico che presumibilmente non la conosceva, ma anche lo stimolo per creare un numero speciale.

Nella cartella del desktop dove raccolgo i racconti migliori che mi vengono inviati in lettura, avevo accumulato un gran numero di testi, sufficienti per farne due o tre numeri. Non solo: l’autore del libretto mancato mi aveva inviato un’altra sua nuova prova, ancora fuori formato standard, un diario di 42 pagine. E allora ecco l’idea: raccogliere tutte queste voci in un unico numero-monster della rivista, il più corposo di sempre e che poteva assumere l’aspetto del vero e proprio libro.

Tutto questo per dirvi che in verità quello che avete fra le mani ora non è propriamente un libro, ma il numero 36 della rivistina in uno dei suoi più abili travestimenti. (L’ho presa un po’ alla lontana, va bene, ma mi faceva piacere condividere l’intera vicenda con voi. Share economy.)

Nelle prossime pagine troverete undici nuovi racconti inediti (ce n’è anche un dodicesimo, ma è parzialmente nascosto). Avrete a che fare con supereroi umbri, orologi dai poteri magici, inaffidabili aspiranti suicidi, incidenti in piscina, madonne misericordiose, disoccupati cronici, metronotte coscienziosi, epidemie di gabbiani e numerose altre stranezze narrative. Sono firmati per la maggior parte da autori esordienti, alcuni hanno qualche altro racconto pubblicato su rivista, altri sono al debutto assoluto. Eppure (credo, spero) vi sorprenderà la qualità della loro scrittura, così accurata, convincente, fluida, matura. Il criterio che, da sempre, è alla base della selezione dei materiali di ‘tina è molto semplice: sono i racconti che mi piacciono di più fra i tantissimi che ricevo. Quelli confluiti in questo numero devo ammettere che mi piacciono davvero molto, ed è stato belle avere l’occasione di poterne ospitare tanti tutti insieme.

E dopo aver fatto ‘tina – il libro, ora mi manca solo un obiettivo da raggiungere: ‘tina – il musical. (Anzi, per caso, qualcuno di voi ha il numero di Riccardo Cocciante?)

Buona lettura.

With love,

Matteo

 


In questo numero:

  • Mattia Grigolo, Dei gabbiani stanno morendo
  • Chiara d’Agostino, La Madonna degli sterpi
  • Sergio Oricci, Bat-polpette nella Bat-caverna
  • Luca Laudati, Mariasole bye bye
  • Vincenzo Corvello, Swipe up
  • Alberto Poli, Peyron (per) 4
  • Marta Correggia, La notte santa
  • Anita Renchifiori, Lasciare andare
  • Enrico Prevedello, L’ultimo giorno
  • Luca Murano, Yes we wear
  • Luca Tosi, Memorie di un laureato senza lode

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