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FRANCESCA BRILLI
Ogni tanto mi succede
una cosa strana coi racconti che ricevo via mail: che non li capisco.
Non che non ne capisca il contenuto, ma non riesco a decifrare l'impressione
che fanno su di me. Intendo dire: mi piacciono? Sono adatti a 'tina?
Se non sono in grado di deciderlo con chiarezza, allora li metto in
un limbo dell'hard disk dal quale periodicamente li estraggo e li rileggo.
Talvolta quasi ossessivamente. E' accaduto anche con questo "Forward",
che è un racconto forse imperfetto, eppure così personale,
così urgente nella sua stesura frenetica e senza pause, da sembrarmi,
alla fine, davvero meritevole di un'attenzione particolare.
Forward
Come se non fosse quello che tutti sognano, arrivare
a un certo punto della vita e trovarsi su un altare tutto tirato a lucido
davanti ad un vecchio altrettanto patinato che ti chiede mille cose
sicuro delle tue risposte perché avete parlato avete anche fatto
le prove e non vedo cosa potrebbe essere cambiato non è vero
perché tutto deve essere sempre regolare e preciso e se sei una
personcina seria non cambierai di certo idea, che motivo ci sarebbe,
Ordine ed equilibrio, equilibrio e ordine, non lo volevi anche tu, ma
le cose le vuoi a modo tuo perché alla fine è questa la
felicità, realizzare le proprie inclinazioni (appunto di filosofia
del 1999 5° liceo a penna nera sul retro di una fotocopia) e non
sei felice se le cose non vanno come dici tu , ti ricordi avevi sempre
delle crisi di nervi ed è esattamente lo stesso adesso perché
sei davanti allo specchio della toilette invece di essere sull'altare,
perché te ne andrai invece di sposarti sperando che nessuno corra
tanto veloce da raggiungerti (Ma devono correre perché devono
dimostrare di sapere quanto erano fortunati ad avere una come te). Non
piangere adesso, ti colerà il rimmel, stai buona e cerca una
via di fuga, non è certo la prima volta (anche se è sicuramente
la peggiore), la finestra è adatta, tanto sei al piano terra,
la cappella della villa è proprio al piano terra, che fortuna
sfacciata che hai, togliti il vestito prima se non vuoi dare nell'occhio,
hai ancora i tuoi nella borsa, per fortuna hanno insistito perché
ti preparassi qui, sembra quasi fatto apposta (Non è che è
tutta una presa in giro? Si tu stai per mollarli tutti e pensi che siano
stati loro a prenderti in giro, ma sei proprio sfacciata allora) sbrigati,
esci da quel mare di raso prima che arrivi qualcuno, buttalo a terra
e vestiti. Ora basta fare un piccolo sforzo e sei fuori prendi strada
in fretta e cammina a testa bassa vicino al cancello ancora aperto per
gli ultimi ospiti. Quando sei oltre la soglia concentra l'energia nelle
gambe e comincia a correre. Smetti di pensare a cosa non è andato
a dirti che è solo tua la colpa (E' tua solo perché non
sei mai stata brava agli adattamenti a lungo termine) , continua a correre
e ricordati chi sei. Ti prego non piangere in quel modo, lo so che lui
un tempo era tutto per te.
Ok ormai è finita , cammini con lo zaino sulle
spalle (hai fatto in tempo a prendere le tue cose prima che si scatenasse
il pandemonio vero e proprio, perché si è scatenato e
ne sei orgogliosa in parte), entri in un negozio, compri qualcosa dopo
aver confrontato le diverse qualità, esci con la busta in mano
e sembra questa la libertà, la sera che è quasi arrivata,
il tuo passo veloce sul marciapiede grigio e sporco, l'aria non troppo
pulita che respiri. Sarebbe bello se la vita si fermasse qui, il momento
sarebbe perfetto, ma le cose non vanno come nei film americani (questo
poi è così breve che sarebbe a malapena in cortometraggio)
e dopo il plateale abbandono di lei, la lei in questione deve ricostruirsi
una vita, lei purtroppo non vivrà per sempre di quell'inebriante
sensazione di libertà, per questo ti sei seduta e sfogli un giornale
di annunci, ci sarà un lavoro per una come te, almeno speri.
Dopo il colloquio con un uomo bassino, oltre la mezza
età, capelli grigio scuro, fisico in forma, il tuo nuovo capo
(ti ricorda il coprotagonista di un telefilm di non eccessivo successo,
Lou della Rosa o qualcosa del genere che faceva l'istruttore di tennis
ad una ragazzina bionda) tutto è già sistemato, vedi il
film non è finito, sei già in un'altra storia, stavolta
lavori alla reception di un hotel di buon livello, hai un completo blu
con gonna un po' sopra il ginocchio, calze in tinta e camicia bianca
sotto; i capelli devono essere perfettamente in ordine, è una
specie di fissazione di Lou, non vuole che le sue dipendenti sembrino
sciatte galline spennacchiate così ogni mattina armeggerai con
spazzola e phon come faceva la tua amica Rosy in modo da avere un liscio
con un perfetto aplomb (così è scritto sulle riviste).
Il tuo lavoro ti garantisce vitto e alloggio, la tua nuova casa è
una camera abbastanza grande con le pareti tappezzate di verde, il letto
dello stesso colore, la scrivania per fortuna no, è normale,
così anche l'armadio. Non ci vuole molto a sistemare tutto anche
perché l'ordine non è proprio impeccabile (lui te lo diceva
sempre che ti sarebbe servito un buon corso di economia domestica),
non hai il problema di cucinare perché puoi usare quando vuoi
il ristorante dell'hotel, contano sul fatto che per lavorare devi rimanere
magra perciò a livello alimentare non puoi certo consumare più
di tanto. Sicuro, è giusto quello che fai. Sdraiata sul letto
ti senti un po' sola, hai nostalgia per il tuo vecchio film o solo per
alcuni dei suoi protagonisti, quasi ricominci a piangere ma poi ti viene
in mente che Lou non vuole dipendenti con gli occhi gonfi e le occhiaie
perciò cerchi di dormire, per essere in forma al primo ciak domattina.
Dietro la tua postazione c'è uno specchio, ti guardi ed è
tutto a posto, 6 perfetta, la cosa è consolante, la cosa è
grandiosa, sorridi e accogli in clienti, distribuisci le chiavi, controlli
le precedenti prenotazioni, chiami il ragazzo che porta le valige, funziona
tutto alla perfezione, tutto è una superficie liscia, senza increspature,
tutto va fino alla fine della giornata e all'inizio dell'altra, tutto
finisce in sé, non ti interessi dei clienti, né delle
loro storie, hai rapporti superficiali con i tuoi colleghi di lavoro
(Luca il ragazzo delle valige, Mara la cuoca, Sonia, Sara e Stefania
che servono ai tavoli e le varie addette alla pulizia delle camere di
cui non ricordi i nomi), non entri nelle cose come eri abituata a fare,
tutto scorre, tutto scorre fino a lui, perché lui è speciale,
per lui vale la pena di aprire gli occhi. La prima volta che lo vedi
è assieme agli altri , sono una ventina, tutti in tuta e con
una borsa sulle spalle, li guida un uomo in completo grigio con gli
occhi segnati da occhiaie scure, un po' lugubre esteriormente ma abbastanza
gentile. E' quest'uomo a parlare con te, ti chiede della sua prenotazione,
controlli ed è una cosa abbastanza speciale, Lou stesso te l'aveva
raccomandata, sorridi e dici che è tutto a posto, fai firmare
dei fogli, prendi le chiavi di una dozzina di camere, per lo più
doppie, le consegni tutte a lui che poi provvederà a dividerle
tra i ragazzi in tuta. Li guardi tutti e sono tra i 20 e i 30, facce
diverse, quello che ti interesserà ha un bel paio di occhi nocciola,
sta per i fatti suoi prima, poi comincia a stuzzicare tutti gli altri,
ride alza la voce mentre nella hall fanno le divisioni, ti da un po'
fastidio perché pensi Lou possa avere delle lamentele e sarebbe
colpa tua ma con questi ospiti di riguardo non sai che fare, chiami
il loro boss e parli con lui che lo richiama; ti guarda e fa finta niente
ma ride un po' più a bassa voce, tu sei tesa. Più tardi,
a cena con Sonia in cucina, saprai dalla cuoca che si tratta di una
squadra di calcio di medio livello e che c'è la possibilità
che l'hotel diventi la sede abituale per il ritiro precampionato, per
questo Lou è eccitato, ridi e pensi "E bravo Lou che vuole
farsi i soldi con gli sportivi", Sonia ti guarda strano perché
non ti vede ridere spesso e non sa quello che pensi. Una volta ti ha
detto "Mia nonna mi diceva che non bisogna aver paura di quelli
che parlano tanto ma di quelli che parlano poco e pensano tanto, tu
sei tra questi, sei strana con tutti quei pensieri per la testa",
tu tanto per confermare hai fatto una faccia strana e non hai dato nessuna
spiegazione accettabile. Ok anche le persone strane vanno avanti. La
musica nella hall è dolce, Lou dice che appena entrati dà
un senso di benessere, un po' come essere accolti in un abbraccio, le
studia tutte per guadagnare, è ridicolo a volte ma gli affari
vanno bene e interessa anche a te se non vuoi essere buttata fuori e
fare il film sulla disoccupazione che risulta sempre un po' squallido
(a parte Full Monthy). Gli affari vanno così bene che avrai una
collega, turno dimezzato e stessa paga, forse c'è qualcosa sotto
ma poi sempre Sonia ti dice che la persona in questione è una
parente della moglie di Lou con la quale lui sembra sempre in debito,
anche se non capisco perché, magari qualche scappatella di troppo,
e per quanto riguarda la paga non può dimezzarla perché
è già il minimo. Dimezzati sono i turni ed è un
po' una cosa bella e un po' una cosa brutta perché se ben ricordi
le scene fuori dall'hotel le hanno già girate tutte, la troupe
se n'è già andata gli attori non ci pensano già
più a te, ok ma se uno ha tempo libero qualcosa deve pur fare,
cominci con lo sfruttare le strutture sportive di Lou, prima la palestra,
poi la piscina e sfoghi un po' non so quale frustrazione, mentre nuoti
ti accorgi che gli ospiti di riguardo si stanno allenando, ebbene se
loro si distraessero per colpa tua potresti risentirne, preghi Dio a
mani giunte che non succeda niente e Dio ti ascolta. Ti ricomponi e
tenti di familiarizzare con quella che riscalderà la tua sedia
dietro il bancone quando tu non ci sei, niente di che come ragazza,
bruna, media altezza, occhi scuri ma senza niente di particolare dentro.
Appena la vedi le sistemi i capelli, ti viene quasi istintivo, ridi
pensi che Lou ti sta facendo venire le fobie, neanche questa riesce
ad indovinare i tuoi pensieri, neanche lei avrà spiegazioni.
L'approccio non è facilissimo, lei è sicura di sé
dati i suoi legami, pensa che tu ti senta minacciata dal suo arrivo
(falso perché non avevi neanche considerato la cosa sotto questo
punto di vista) ed è risentita perché Lou preferisce te.
Ok ma mica l'hai fatto apposta ad avere i capelli più ordinati
e il sorriso di lavoro più gentile, sono cose che capitano. Lei
non ti piace molto e in fin dei conti non vedo perché ti sforzi
tanto se questa se la tira, torna alle tue cose, già ma quali
cose?, torna nel tuo perché almeno quello ce l'hai, vai a fare
una passeggiata e pensa ma senza tormentarti. L'aria è fresca,
ti metti una giacca, i ragazzi della squadra di calcio sono ammassati
sul prato e discutono di qualcosa di serio, cosa lo saprai domattina,
al tuo turno alla reception. Sarai la prima a vedere il nuovo allenatore
e a parlare con lui, e sorridi altrimenti la ragazza spennacchiata prenderà
il tuo posto. Quello che ti trovi davanti alle 7:00 è un uomo
alto e magro, anche lui ha addosso una tuta ma non quella blu e gialla
della squadra, non ancora almeno, ce l'avrà da domani, è
già pronta per lui nell'armadio della doppia che teoricamente
dovrebbe dividere col presidente, solo teoricamente però perché,
nonostante dimostri un attaccamento quasi morboso alla squadra, ha pur
sempre degli affari a cui badare e va e viene dall'albergo; quando è
fuori chiama spesso per assicurarsi che i suoi pupilli stiano bene.
L'allenatore non è così paternalistico, non ancora almeno,
sembra un po' rigido, come una ragazza davanti alla famiglia del futuro
marito con cui una volta sposati dovranno andare a vivere o più
realisticamente come un individuo al suo primo giorno di lavoro, anche
se la cosa non è poi così semplice. La sua voce è
impostata ma cortese, Cortese è anche il suo cognome, ti viene
un po' da ridere ma ti trattieni. Lo indirizzi verso la sua camera,
gli spieghi dove sono le strutture sportive (che poi chi l'avrebbe mai
detto che un posto del genere fosse così ben attrezzato, Lou
deve averci speso una fortuna), lui ti ringrazia, sorride e va via.
Lo rivedrai più tardi ma solo in tv, a uno dei quei notiziari
locali lo intervistano, è serio nelle risposte, vola basso per
non deludere nessuno, un tipo prudente, che si guarda le spalle, ha
un atteggiamento che porta bene, il resto dipenderà da lui e
dagli altri venti e dalla fortuna ecc ecc
Con l'arrivo di Cortese la squadra comincia a lavorare seriamente, a
poco a poco la loro giornata diventa più intensa, la tua invece,
visto che miss spennacchiata non è stata ancora buttata fuori,
lo è di meno, compensi la cosa andando a guardare gli allenamenti
ogni tanto, quando non fai ginnastica o la piscina è impraticabile
perché da pulire. Lo noti la seconda volta al primo allenamento
che segui da lontano, ti fa ridere perché è un bastardo
seccatore: i ragazzi ancora con la tuta cominciano a correre, lui varia
il ritmo, si piazza ora dietro uno, ora dietro l'altro comincia a gridargli
nelle orecchie " M
(cognome del soggetto) prende palla a
centrocampo, si invola sulla fascia, triangola col trequartista,, tutto
perfetto, grande classe, entra in area ed è rigore, M.. viene
atterrato dal terzino, l'arbitro fischia e indica il dischetto"
e la cosa bella è che i suoi compagni quasi non finivano a terra
ma un bel calcio se lo beccavano lo stesso, perché la "Simulazione
del rigore" riuscisse bene, diceva lui ridendo e tu scuoti la testa,
ridi e lo guardi. Comunque non fa solo il buffone, nella partitella
si applica, corre su e giù sgomita, si arrabbia, sottoporta è
freddo come il ghiaccio, fa dei bei numeri per liberarsi dei difensori
e se parte gli altri non riescono a riprenderlo. Non te ne intendi molto
ma ti piace come si muove, ha stile quando corre, quando si scuote per
riscaldarsi, ha stile quando si guarda intorno, studia il gioco per
decidere sul da farsi, sa che i tempi sono importanti. Cominci a chiedere
a Sonia (informatrice sempre affidabile) notizie sulla squadra in generale
ma non c'è niente di particolare su di lui. Quando lo vedi il
giorno dopo se ne sta in disparte senza fare quasi niente, poca voglia,
è fiacco e pensi che chissà che ha fatto la notte perché
ti ricorda un film e poi questi sono i luoghi comuni sui calciatori.
Ti accorgi che ti interessa ma lo guardi solo da lontano per quasi 3
giorni, poi vi parlate. E' lui ad avvicinarsi alla fine di una seduta,
canticchia una canzone, tu la continui e poi piacere, piacere e forse
hai uno sguardo un po' spaesato, forse hai l'espressione da reduce di
guerra che noti qualche volta intravedendoti allo specchio, speri di
no, ti sforzi di sorridere. Dopo le presentazioni ti chiede se ti piace
il calcio, rispondi "Un po' ma è più che altro perché
il pomeriggio sono libera", buona la sincerità. Non è
indigeno del luogo, viene da tutt'altra zona, forse dal Nord, non glielo
chiedi ma più tardi sarà lui a confermare la tua tesi.
Poche battute dopo devi andare via, non sembra ci sia molto da dire,
"Ci si vede" "Chiamami se hai bisogno di qualcosa in
particolare" "Ciao" "Ciao". Torni a guardare
gli allenamenti il giorno dopo e lui ti sorride dal campo, tu gli sorridi
di rimando. E' l'ultimo allenamento che guardi però perché
per la gioia di Lou miss non so pettinarmi ha trovato un posto migliore
e se n'è andata in fretta e furia e tu torni ad essere la regina
incontrastata della reception per tutto il giorno, come ai vecchi tempi
(la sera c'è sempre stato un uomo perché sembra più
prudente). Qualche volta ti chiedi come se la cava la squadra, come
se la cava lui, se è svagato o attivo, se è fiacco o in
forma, ti sorprende la sua lunaticità che è anche fisica
perché se di testa non c'è il corpo si deprime e hai voglia
a sgolarsi Cortese, non c'è proprio niente da fare. A parte questo
tutto riprende come al solito, l'unica novità è che l'aria
si fa sempre più fresca e dopo un po' sembra di essere già
in autunno inoltrato, il tuo film si tinge di toni più caldi.
La stagione cambia molto l'impatto visivo delle scene, sta tutto nella
luce anche se di solito a livello conscio nessuno ci fa tanto caso.
In una di queste giornate fresche lui passa di sfuggita dal bancone
per invitarti a vedere un'amichevole della squadra, sei libera perché
è una partita serale, dici che ci penserai ma poi ci vai, lo
sapevi sin dal primo momento. Nel tragitto per il campo (ci vai con
Sonia e Luca e Sara) non parli e fai delle piccole ottimistiche ipotesi
sul dopopartita: lui che dopo aver segnato 3 goal ti dice che gli porti
bene, lui soddisfatto che ti chiede un parere sulla sua prestazione,
tu che gli dici la verità, che ha fatto bene ma se solo fosse
stato un po' più concentrato nella seconda frazione di gioco
avrebbe potuto fare ancora meglio. Poi arrivate al campo e comincia
la partita e pensi al giorno del matrimonio quando c'era una folla apposta
per te come adesso c'è per la squadra e ti vengono i brividi
perché potresti incontrare qualcuno che conosci o addirittura
lui o la sua famiglia ma che ti importa, guardi il campo perché
là c'è quello che interessa ma ti sbagli perché
non c'è, è in panchina e ci resta per tutta la partita
e non capisci il perché visto e considerato anche che i suoi
compagni vanno male e perdono 4-2 e meno male che è solo un'amichevole.
Chiusa la parentesi partita, al ritorno in macchina pensi a cosa potresti
dirgli, il giorno dopo lo vedi passare e non gli dici niente, quasi
non vi conoscete perché dovresti essere tu a dirgli qualcosa,
gli sorridi come se niente fosse, lui fa finta di niente perché
sa quello che pensi (ma come fa a saperlo?), ti saluta, ti chiede se
sei sempre impegnata il pomeriggio, gli rispondi di si, ti invita a
uscire la sera, gli dici di no, lui riesce a ottenere un incontro dopocena
per un cocktail ma lui non potrebbe bere (berrà comunque) e tu
non hai mai bevuto, al tuo non-matrimonio gli aperitivi erano analcolici
e avevi proposto, con orrore del tuo fidanzato, di saltare i brindisi
con lo champagne. Comunque alcol o no l'incontro si fa, sedete su delle
poltrone abbastanza vicine in una sala dell'hotel, pensata da Lou per
le serate dei clienti che intrattenendosi avrebbero avuto l'occasione
di consumare costosi cocktail e salati stuzzichini per poi essere costretti
a ricominciare a bere. La conversazione parte male, si sblocca quando
lui ti dice che gli piace molto affacciarsi al belvedere dell'hotel
perché si vede lo stretto e tu scoppi a ridere perché
non si vede affatto lo stretto, se lo sarà sognato. Ci rimane
male e fa una faccia strana che ti fa ridere ancora di più, di
sicuro non era il massimo in geografia ma in compenso è così
buffo. Fa finta di arrabbiarsi e ti chiede di finirla, tu fai la seria
per un secondo, poi ricominci. A questo punto lui ti ride appresso,
tu ti fermi e gli chiedi cos'ha da ridere e lui ti dice che sei comica
quando ridi e sei tu a fare finta di arrabbiarti e poi ricominci a ridere
e non ce la fai più perché hai i muscoli della faccia
indolenziti e rischi la paresi. Ok adesso basta - dici- appoggi la mano
sulla sua e glielo ribadisci, basta. Dici ancora: "devo andare,
domani lavoro presto" (come tutti i giorni del resto) lo baci sulla
guancia e te ne vai sorridendo. Nella tua camera ti addormenterai ridendo,
ti sveglierai con lo stesso sorriso e libera dagli incubi una volta
tanto, che cosa bella. Pensi che forse il tuo buon umore potrebbe irritare
la troupe, non siamo mica in un film di buontemponi, sei la protagonista
tormentata allora tormentati, struggiti, al diavolo tutto oggi sei felice
per una volta tanto e basta , Ok basta. Lou è di nuovo agitato,
stanno per arrivare i giapponesi, sono fuori stagione per evitare la
tariffe troppe alte, non saranno di quelli ricchi ricchi, ( anche perché
l'hotel non è propriamente a 5 stelle) ma sono tanti, allegri
e ben disposti, Lou spera anche pieni di appetito, ha appena ritoccato
i prezzi del ristorante. Il difficile per te è comunicare, certo
c'è sempre l'inglese ma ogni volta che li senti parlare tra loro
ti viene da ridere e chi ci capisce più niente, anche loro ti
guardano e ridono, ci si mette mezz'ora a sistemarli, Lou ti lancia
occhiate nervose e tu continui a ridere, alla fine loro sono più
contenti di prima e anche Lou tira un sospiro di sollievo, Ahhh. Lui
ti invita di nuovo, tu gli racconti la storia dei giapponesi allora
va da uno di loro e cerca di parlargli e fa ridere tutti e si arrabbia
e ride e tu fai finta di non conoscerlo quando torna e si arrabbia di
nuovo ma tutti e due fate solo finta, vi baciate sulle guance poi se
ne va perché richiamato all'ordine da Cortese. Guardi l'allenatore
e pensi alla partita, a che motivi avrà per non far giocare lui,
visto che non ti pare gli altri siano superiori. Dopo 2 giorni c'è
un'altra partita, un triangolare per uno pseudotrofeo, la storia è
quasi la stessa , lui in panchina, tu seduta che pensi che non sai cosa
gli dirai, poi sia alza, si scalda, entra a 10 min dalla fine dell'ultimo
incontro segna 1 goal con un tiro da fuori area anche se non serve a
molto perché perdono lo stesso il torneo, se il buon giorno si
vede dal mattino la loro stagione non sarà trionfale ma nel calcio
non si sa mai, è uno sport imprevedibile. Lui è più
arrabbiato dell'altra volta, schiva l'allenatore quando cerca di stringergli
la mano, se ne va negli spogliatoi ed è l'ultimo ad uscire, lo
sai perché stavolta lo aspetti là anche se ti sembra di
non c'entrare niente e come al solito non sai che dire, cerchi di cambiare
discorso e di farlo ridere, lui un po' ti allontana ma poi cede e ride
e ti scompiglia i capelli, se ti vedesse Lou in quelle condizioni ti
licenzierebbe subito pensi e ridi e lui ti chiede il perché e
glielo spieghi e gli racconti qualcosa di Lou e ride e ti propone un
giro prima di tornare in albergo e torna per i fatti suoi perché
è arrabbiato. Ci pensi un po' (un giro, e dove, e se poi incontro
qualcuno che conosco, come se non fosse il posto dove vivi da sempre)
accetti per fargli piacere e perché è giusto, o meglio
sarebbe ingiusto rifiutare solo perché hai paura. Partite e ti
sembra tutto così strano, poi ti sciogli e lo porti in un posto
bellissimo dove si vedono bene le stelle anche se l'ha scoperto il tuo
marito mancato. Parlate di te, di lui e sono cose serie, non sono di
quelle che fanno ridere e non capisci poi perché lui ti parla
così e tu fai lo stesso ma intanto lo state facendo. Prima di
tornare all'hotel ti dà un bacio vero, ti risuonano in testa
le parole "Può baciare la sposa" ma le elimini subito,
basta è tutto finito, tutto cancellato, c'è solo il presente,
solo lui anche se non ci sarà per molto perché il suo
soggiorno è quasi finito e non sai se vorrà tornare a
trovarti anche se non gioca tanto lontano da qui. Gli ultimi giorni
sei sempre sospesa tra umori estremi, e perdi il filo passando dall'uno
all'altro senza motivo, scostante come una volta, siamo quasi all'epilogo
e ancora non hai deciso cosa vuoi essere, carne o pesce, buontempona
o tormentata, allora? La riposta non c'è, segui gli eventi e
poi si vedrà. E gli eventi sono come al solito illuminanti, lui
se ne va ancora prima dell'inizio del campionato vero e proprio dopo
aver litigato con l'allenatore, il presidente e buona parte dei suoi
compagni, torna da dove è venuto, ufficialmente per "incompatibilità
ambientale", il solito notiziario ne fa un caso, del resto non
c'è molto da dire o fare da queste parti. Ti viene quasi da piangere
quando vi salutate ( allora ce l'hai ancora un cuore che funziona a
ritmi normali??) poi lui ride e ti fa ridere e anche se non vi rivedrete
più pensi che gli vorrai bene sempre, come si vuole bene a quei
giocatori che in una squadra compiono grandi imprese, poi vanno a giocare
all'estero e non si sa niente di loro ma quando ti vengono in mente
pensi che XXX (nome del giocatore) era un grande e che ha fatto 15 goal
quell'anno e senza di lui ce la scordavamo la promozione o la coppa
o lo scudetto ecc. ecc. ebbene tu senza di lui te la scordavi un po'
di normalità perché serve sempre la normalità,
qualcuno che ti aiuti a reimpostare le cose. La sera che parte sei tu
ad accompagnarlo all'aeroporto, lo saluti con la mano e gli occhi lucidi.
L'ultima scena è quella memorabile. La protagonista ex molto
tormentata, da oggi solo un po', esce dalla porta automatica nella notte,
cammina sul marciapiede illuminato dai lampioni, canticchia una canzone,
saluta i passanti che conosce che la guardano come un'aliena, si avvia
verso non so dove, finché non compare il cartello THE END, seguono
i ringraziamenti (e molti dei soggetti in questione non lo sapranno
mai, uno si però) e i titoli di coda con il brano finale, colonna
portante della colonna sonora.