Davide Agostani, Una lumaca con l’uniposca

Ambientazione: LECCO

A volte quello che funziona in un racconto, più che la sua storia, è il modo in cui è scritto, perché la lingua utilizzata è perfetta per la situazione che deve descrivere. È il caso di questo testo, la rievocazione dell’incontro che ha dato vita a una relazione sentimentale, raccontato con il tono colloquiale delle confidenze. Un tono riprodotto con tale naturalezza sulla pagina che sembra di ascoltarlo più che leggerlo, tanto da rendere perfettamente plausibile che il tu diventi “te” e il nome di Michael Jackson sia scritto come si pronuncia. Uno stile che si può accostare a Paolo Nori e alla scuola dei narratori emiliani, malgrado provenga dal cuore della Lombardia.

Davide Agostani, Una lumaca con l’uniposca 

Metti una festa qualsiasi una di quelle un po’ noiose dove tutti aspettano il momento buono per andare via mangiare qualcosa guardare un film. Sei lì che aspetti anche te il momento quando vedi quella ragazza che è da un sacco di tempo che non la vedi. Lei ti vede viene verso di te e pensi Anna Chiara come si chiama non mi ricordo. Ti dice ciao ti ricordi.

Te ti ricordi che ti ha disegnato una lumaca sulla vespa con l’uniposca che una volta avete limonato nel prato che forse eri addirittura innamorato di lei. Ma come si chiama no forse Paola o Claudia o

Ti dice ti chiami Davide vero è da tanto che non ci vediamo.

Sì, te ti chiami Davide.

 

Pensi come si chiama e ti vengono in mente solo nomi sbagliati ma sei felice perché la festa adesso è bella lei è bella e vuoi guardarla per sempre. Poi senti una voce di non sai chi che dice Arianna cosa fai noi andiamo a mangiare qualcosa vuoi venire anche tu e lei risponde no io resto qui con il mio amico. Pensi Arianna pensi a tutte le volte che quel nome lo hai sussurrato tutte le volte che avevi paura di dirlo ad alta voce. Dici Arianna che bello rivederti sei sempre più bella. Lei dice anche te non scherzi. Ridete.

 

Lei beve una lattina di birra e dice ti ricordi quando ci siamo scambiati le magliette e io avevo quella di Maicol Gekson che te non volevi mettere e te dici a me Maicol Gekson è sempre stato sulle palle speriamo che non piace più neanche a te.

Lei dice andiamo in bagno a scambiarci la maglietta adesso ma la sua è chiaramente da donna è peggio di quella di Maicol Gekson dici come facciamo non si può ma vuoi andare in bagno con lei lo stesso. Dice scambiamoci le scarpe ma te hai il quarantatré lei il trentanove non si può. Dice scambiamoci i pantaloni te deglutisci dice si che va bene andiamo subito in bagno.

In bagno le sue mutandine sono rosse con un cuore disegnato ancora più rosso e lei dice dai togliti i pantaloni sei sicuro che vuoi farlo e te certo che sei sicuro ti scambieresti anche le mutande ti togli i pantaloni glieli passi e metti i suoi un po’ da donna un po’ attillati sul culo. Uscite nella festa come se niente fosse ognuno con i pantaloni di quell’altro. La festa adesso è bellissima e piena di sorprese come un camion di uova di pasqua.

 

Vi sedete su un divano bevete le birre e parlate mentre lei ti guarda con gli occhi dell’amore te sei felice e bevi sempre di più per essere brillante con lei che sembra un angelo pieno di luce e amore e tutto intorno a voi c’è un profumo buonissimo di donna che è il suo profumo. Siete seduti vicini vorresti vivere per sempre su quel divano con lei ma ti scappa la pipì a causa della birra e dici scusa vado un attimo in bagno e vai sculettando nei tuoi pantaloni da donna bellissima.

 

Quando arrivi in bagno ti abbassi la cerniera dei pantaloni da donna e fai per prendere il pisello ma egli non c’è più cerchi bene con la mano e scopri che al posto del pisello c’è la patata. Fai la pipì da seduto e pensi che forse c’entra qualcosa con lo scambio dei pantaloni che quella patata non è una patata qualsiasi ma dovrebbe essere la patata della donna che adesso ami.

Finita la pipì ti pulisci e poi ti tocchi un po’ con emozione per vedere bene come è fatta per prendere confidenza. Un po’ sei felice della patata un po’ ti manca il pisello che avevi prima.

 

Lei è seduta sul divano dice dice vieni qui tieni il posto che adesso vado io in bagno e te le guardi il culo che è bello anche nei pantaloni da uomo e vorresti usarlo al posto del cuscino la vuoi sposare ma prima devi parlare con lei del pisello e la patata sapere se adesso il tuo pisello ce l’ha lei.

Quando torna si siede ti guarda e ti da un bacio pianissimo sulla bocca dice è successa una cosa strana dobbiamo riscambiarci i pantaloni. Tornate in bagno e rivedi le mutandine rosse con un cuore disegnato ancora più rosso con  dentro un rigonfiamento che prima non c’era. Dici non preoccuparti ti amo anche così e poi la tua patata ce l’ho io stai tranquilla che te la tratto bene tieni pure il mio pisello e fate l’amore nel bagno bellissimo.

 

Poi ti svegli vai in bagno lei e lì che si lava i denti ti siedi per fare la pipì e dici ho sognato la festa che ci siamo messi insieme.